17 ragazze 
       
        Maria Pia Fusco 
        
        
         
         
         
       
       Il corpo è mio e lo gestisco io. Lo spirito è lo stesso   del glorioso femminismo degli anni Settanta, ma il contesto è tutt' altro e sono   diverse le motivazioni delle 17 ragazze, il film delle sorelle Muriel e Delphine   Coulin. Una di loro, Camille, la più ribelle, rimane incinta e le sue compagne   di liceo decidono di imitarla, per partorire nello stesso periodo. La storiaè   ispirata ad un fatto di cronaca.  
         
«Nel 2008 abbiamo letto sulla stampa francese   la notizia che nel liceo di una piccola città del Massachussets 17 ragazze dello   stesso liceo erano rimaste incinte nello stesso periodo, per loro scelta,   volevano inventarsi una vita diversa, una sorta di comune basata sulla   solidarietà e sul sostegno reciproco. Una storia incredibile, il loro gesto ci   piaceva molto. Ci è sembrato un gesto politico, comunque utopistico e ci siamo   imbarcate in questa storia».  
         
      Prime sorelle registe del cinema francese - guarda   caso il produttore è lo stesso dei fratelli Dardenne - le Coulin hanno   ambientato 17 ragazze a Lorient, una cittadina francese sulla costa atlantica.   «Ha le stesse caratteristiche della provincia remota americana, è un porto   commerciale in declino per la crisi economica, per i giovani non ci sono grandi   speranze per il futuro. C' è anche questo alla base della scelta di Camille, la   prima a restare incinta, decide di tenere il bambino trascinando le compagne. Ma   c' è anche la ribellione e la voglia di cambiare il mondo, gli stessi sentimenti   dei movimenti femminili degli anni Settanta».  
       
      Secondo le autrici, c' è una   continuità tra le generazioni sia pure con tante differenze. «Oggi la società è   molto più disincantata, le utopie che erano parte del femminismo sono crollate   quasi tutte, il mondo è cambiato ma non nel senso che sognavano le ragazze degli   anni Settanta. Grazie a loro però per le ragazze di oggi la gestione del corpo e   la libera scelta della maternità non sono più problemi, sono cose acquisite.   Diversi sono i tempi, allora le donne tendevano a rinviare la maternità,   volevano prima vivere la "loro" vita».  
       
      Il gesto "politico" delle 17 ragazze non   ha niente a che vedere con la politica reale. «La coscienza politica di quegli   anni, il sentimento di appartenenza ad un ideale non c' è più, non solo per le   ragazze del film, ma per la maggioranza delle giovani generazioni. Sono   interessanti le nuove realtà degli indignati nei diversi paesi, ma è una   ribellione diversa, che non ha radici in nessuno dei vecchi movimenti», dicono   le registe.  
       
      Sul film   è calato il divieto ai minori di 14 anni per una scena in cui i ragazzi fumano   uno spinello. «Uno dei temi del film è la sessualità, come un elemento naturale   della vita, non ci sono voyeurismi né compiacimenti», dicono le registe.   Scrivendo il film «ci siamo poste il problema dell' Aids, abbiamo sentito la   responsabilità di un film destinato ai giovani, lo abbiamo risolto in un dialogo   sulla necessità del preservativo. Per noi era importante mostrare ragazze forti,   intelligenti, capaci di prendere in mano il proprio destino, mai vittime». 
        
       la Repubblica, 19 marzo 2012       
       
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