COSA SERVE PER UNA MIGLIORE APPLICAZIONE DELLA LEGGE 194

 

Le riflessioni dei Consultori Privati Laici

Da più parti si levano voci di allarme sulla sempre più difficile attuazione della legge 194.
Le difficoltà sono dovute al crescente numero di medici e personale obiettore ma, a nostro avviso, anche al fatto di considerare il servizio di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) come “accessorio” e non come un servizio rilevante per la salute della donna.

A questo proposito abbiamo elaborato alcuni suggerimenti a partire dalla nostra esperienza di operatori che quotidianamente si confrontano con le donne e con le istituzioni.

Riteniamo che istituire centri ospedalieri dedicati (come si è fatto per alcune prestazioni specialistiche o riabilitative) sia un arretramento rispetto alla legge, la quale prevede che tutti gli ospedali pubblici forniscano il servizio di IVG. Questo assestamento garantirebbe davvero un migliore servizio essendo comunque cospicuo il numero di obiettori? I medici obiettori verrebbero ancora più penalizzati poiché, essendo concentrati in pochi centri, gli interventi sarebbero più numerosi  e quindi loro ancora più ghettizzati. Inoltre aumenterebbero le difficoltà delle donne che si troverebbero ad affrontare anche lunghi percorsi per raggiungere le sedi del servizio.

Ribadiamo quindi la necessità di garantire il servizio di IVG in tutti i presidi ospedalieri pubblici, ed in questo senso abbiamo elaborato alcuni suggerimenti per ottimizzare le procedure.

  1. Uniformare le modalità di accettazione in tutti gli ospedali. Attualmente ognuno prevedere giorni ed orari diversi.
  2. Istituire un numero verde unico, peraltro già operativo e ben funzionante per altri servizi (vedi esami e visite specialistiche), in modo da indirizzare le donne verso gli ospedali più vicini o con liste di attesa più brevi.
  3. Consentire la prenotazione telefonica senza costringere le utenti a recarsi personalmente allo sportello, evitando il rischio di dover ritornare i giorni successivi a causa del numero chiuso.
  4. Creare un reale lavoro di rete con i consultori pubblici e privati laici favorendo la comunicazione tra questi e gli ospedali.
  5. Incrementare la flessibilità del personale organizzando turni che coprano il servizio di IVG, evitando di penalizzare il personale non obiettore.
  6. Diffondere una corretta e non pregiudiziale informazione sulla possibilità di ricorrere all’aborto farmacologico (RU 486).
  7. Coinvolgere i medici di base con una campagna di informazione in modo che possano indirizzare le donne nel modo migliore.
  8. Infine, cercare di eliminare il pregiudizio nei confronti della legge 194 inserendola a pieno titolo nei programmi di informazione e di educazione sessuale nelle scuole a scopo preventivo.

CONSULTORI PRIVATI LAICI DI MILANO E LOMBARDIA

 

8-11-2013