Quattro minuti

di Sara Sesti


 

In un carcere femminile tedesco Traude Krüger, maestra ottantenne che insegna a suonare il pianoforte a ladre, truffatrici e assassine, scopre che Jenny, ventunenne condannata per omicidio e ritenuta estremamente pericolosa, è stata una bambina prodigio e possiede un immenso talento.

La giovane pianista ha intrapreso una vita di eccessi e di violenza a causa degli abusi sessuali del padre. Anche la vita di Traude è stata difficile, segnata da un amore omosessuale ai tempi del nazismo.

La maestra di piano convince Jenny ad esercitarsi per partecipare ad un concorso per pianisti di età inferiore a i ventuno anni. Sceglie per lei un repertorio classico, ma la ragazza, pervasa da uno spirito ribelle, appena può suona l'hip hop, musica con la quale riesce ad esprimere la sua creatività e la sua rabbia e che Traude detesta.

Maestra e allieva sono donne ferite nel profondo. Entrambe cercano, l'una chiudendosi in un rigore quasi ottocentesco e l'altra rifiutando qualunque regola, una via d'uscita. Il loro rapporto è teso e duro, ma alla fine, nonostante le differenze e le difficoltà, complicate dalla violenza dei rapporti con le altre detenute e con un ambiente carcerario che fa di tutto per boicottare la riuscita del progetto, matura tra di loro un rapporto di amicizia.

La regia è di Chris Kraus, che sa narrare e approfondire l'analisi psicologica. Le protagoniste, Monica Bleibtreu (Traude) e Hannah Herzsprung (Jenny), sono molto brave e capaci di esprimere tutta la loro sofferenza con un solo sguardo.

Il film vive di fiammate, fino a i 4 travolgenti minuti finali.

 

 

10-05-07