Barbara Mapelli, Etiche eccentriche. L'uscio stretto della normalità Liliana Moro
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“Viviamo già nel futuro, anche se ancora non sappiamo raccontarcelo come vorremmo: è una mancanza che va colmata”
Colmare questa mancanza è l'intento dell'ultimo lavoro di Barbara Mapelli, che per l'impegnativa impresa si avvale anche degli interventi di tre studiosi Giuseppe Burgio, Mauro Muscio, Claudio Nader, che condividono il progetto di messa in discussione dei comportamenti ritenuti normali per rendere possibile il cambiamento e l'apertura ad una nuova etica.
Si tratta con ogni evidenza di un obiettivo di grande portata; nel percorso -complesso- per raggiungerlo, l'Autrice riesce a trovare una sintesi di due problematiche, di cui si è occupata in questi anni: da un lato la questione del “frattempo” -per usare il titolo del suo libro del 2020 “Nel frattempo. Storie di un altro mondo in questo mondo”- cioè il processo lungo e tortuoso del cambiamento, e dall'altro la questione della sessualità nel contemporaneo, delle sue molteplici variazioni, di cui l'eterosessualità è solo una delle possibili -“L'eterosessualità impensata. Quanto insegnano le minoranze” è la sua pubblicazione del 2022. Anche considerare gli uomini, i maschi, imprescindibili compagni di viaggio nel cammino di modificazione continua avviato dal femminismo, è una costante nella ricerca di Mapelli.
Se la ricerca si concentra, o meglio prende avvio dalle minoranze sessuali, le considerazioni portate avanti sono perfettamente valide per tutte le minoranze. L'interrogare la normalità, il negarle la funzione di norma, di dover essere, parte dalla dimensione dei comportamenti sessuali, che devono essere libere scelte, non obblighi, copioni prestabiliti. Porre al centro della riflessione la norma implica porsi il problema dell'etica. Il tutto in funzione pedagogica, nell'ottica del percorso di quel mutamento incessante che è la vita e di costruzione dell'umanità futura.
Quindi le identità maschili e femminili sono tutte da scoprire, con la consapevolezza che le scelte sessuali sono in divenire e variegate, un ventaglio ampio di possibilità, che esigono però anche un lavoro sul linguaggio. Le parole sono azioni, bisogna prendersene cura e capire quanto determinano, sono risorse ma anche un limite, possono essere un'arma. Il linguaggio ha una pesante responsabilità etica perché una lingua sana cambia con la realtà che muta, non costruisce gabbie normative e colpevolizzanti.
Alcune parole allora delineano il percorso, come i sassolini di Pollicino marcano il sentiero, ci guidano; segnalo quelle che mi hanno più colpito: Fluidità che allude alla serena percezione di sé come una realtà mutevole Sostenibilità qui non usata in senso ecologico, ma come capacità di reggere la complessità del reale, delle relazioni, delle identità Perplessità che permette di “riconoscere l'inganno di verità parziali, nel tempo rese assolute” Inclusione termine usato da Mapelli in senso opposto all'usuale: non l'inserimento del divers* nel gruppo dei 'normali' ma l'includere la maggioranza come una variante delle molte possibilità Soglia, una parola preziosa perché apre, al contrario del confine, che chiude, delimita, limita.
Barbara Mapelli nel procedere del ragionamento dialoga con pensatrici e filosofe di grande spessore da Maria Zambrano a Laura Boella, da Rosi Braidotti a bell hooks, per non citarne che alcune tra le più note; una piacevole sorpresa è la presenza anche di brani poetici che non rappresentano una digressione o una sospensione del discorso, tutt'altro, danno spessore emotivo alla ricerca sostanziandola di immagini. Ad esempio Emily Dickinson “Io vivo nella Possibilità, una casa più bella della prosa, di finestre più adorna e più superba nelle sue porte.”
Questa struttura dialogante del testo trova la sua massima espressione negli interventi di Nader, Burgio e Muscio che, con diversi stili ed approcci, testimoniano di una loro ricerca personale portata avanti in relazione con il pensiero e la politica femminista. Tutti chiariscono che per gli uomini non si tratta di venire incontro a richieste delle donne, di essere benevolenti nei loro confronti. Claudio Nader : “... gli uomini sono avvolti in un neutro ontologico che li veste e li traveste” e “L'idea che il massimo che possiamo aspettarci dagli uomini sia rispondere alle richieste che vengono rivolte loro è riduttivo. Possiamo fare ed essere molto di più, possiamo propositivamente ampliare la conoscenza sul maschile e superare nettamente le aspettative che oggi abbiamo su di noi” Un partire da sé che ha molto da dire. Giuseppe Burgio osserva: “La maschilità è una performance, prodotto di una costante pratica citazionale” E Mauro Muscio : “La messa in discussione del maschile egemonico ci porta oggi a rivedere molti presupposti di lettura delle dinamiche di potere in cui ci muoviamo... Nei rapporti, nel conflitto e nella possibilità si smantella l'etica patriarcale, si producono esempi per altr*, si creano alleanze non opportunistiche, si scardina l'apparato morale dei rapporti materiali”
Impossibile in una presentazione rendere conto degli amplissimi gli spunti che offre questo testo, in sé e ancor più perché ogni parte e ogni intervento, nonché la prefazione di Micaela Castiglioni presentano una ricca bibliografia di approfondimento.
Barbara Mapelli, Etiche eccentriche. L'uscio stretto della normalità prefazione di Micaela Castiglioni con scritti di Giuseppe Burgio, Mauro Muscio, Claudio Nader ETS, 2025, pagg158 € 17 19-07-2025
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