Irene Biemmi, Barbara Mapelli

Pedagogia di genere. Educare ed educarsi a vivere in un mondo sessuato

 


Claudia Alemani


Educare a una lettura della realtà che sappia usare, come strumento fondativo, e dunque imprescindibile, quella che si definisce ottica di genere: questo, in estrema sintesi, lo scopo del testo di Irene Biemmi e Barbara Mapelli. Se lo scopo è, seppure banalmente, sintetizzabile in poche parole, non altrettanto facile dare conto del ventaglio di possibilità che l’uso di tale strumento offre alle persone che di educazione si occupano.


Il volume propone tre parti. Una prima parte è dedicata a delineare «i significati che il termine genere ha assunto nel tempo e i motivi per cui [le autrici hanno] scelto di adottare questa prospettiva». Questa sezione del testo consente di leggere o rileggere le articolazioni di un dibattito che a lungo ha percorso – e ancora percorre - i movimenti femministi, non solo nel nostro Paese.

Il linguaggio piano, ma estremamente attento, la ricostruzione precisa senza forzature né pedanteria restituiscono significati e senso del dibattito in una prospettiva educativa. Si intende con ciò una posizione duplice: sia di auto-formazione per coloro che svolgono una funzione educativa, sia di confronto con le giovani generazioni, a partire da una storia che lega «le riflessioni presenti in questo testo al divenire nel tempo di movimenti, politiche, culture sociali e sviluppi di saperi».

Precisamente l’ottica di genere, quando assunta come metodo interpretativo, consente dunque di guardare alle tante e rapide trasformazioni del presente senza urgenze valutative, ma con attenzione e rispetto per accompagnare una costruzione identitaria che è necessariamente in continua evoluzione.

Una costruzione identitaria, di nuovo di noi stessi e noi stesse e di coloro con i quali si stabilisce una relazione educativa, che possa essere in grado di affrancarsi da stereotipi o percorsi obbligati anche, o soprattutto, in riferimento agli orientamenti sessuali e alle identità di genere.

Educare ad accettare, a non avere paura delle differenze (ad esempio delle cosiddette minoranze sessuali, come delle persone che provengono da culture altre) e a comprendere che una coesistenza è possibile, anzi può costituire una ricchezza, è un compito educativo che deve in primo luogo spettare a insegnanti, educatori ed educatrici.

 

La seconda parte del testo approfondisce alcuni temi, a cui non si è potuto che fare brevi cenni nelle trattazioni della prima parte, temi che sono stati al centro delle riflessioni dei movimenti femministi, proprio perché riguardano la destrutturazione di una presunta universalità del sapere.

Innanzitutto, il tema del linguaggio: come porre attenzione all’uso di un linguaggio che sia rispettoso della presenza di tutte le persone cui fa riferimento e perché sia importante valorizzare e non cancellare nelle parole che rispecchiano e al contempo danno corpo alle singole soggettività.

Poi il tema della cura: che cosa significa realmente cura e come essa si ponga come fondamento non soltanto per la sopravvivenza di soggetti considerati deboli, quanto piuttosto della vita in tutte le sue dimensioni, compresa quella del pianeta su cui viviamo.

In questa sezione trovano spazio anche temi più strettamente legati alla professione docente: una disamina sulla professione docente nel nostro Paese (e le motivazioni di un certo ritardo nell’adeguamento alle trasformazioni del presente), sulla necessità di elaborare percorsi per un orientamento biografico piuttosto che strettamente professionale (e dunque sull’importanza di educare alle scelte anche come contrasto alle disuguaglianze di genere).


La terza parte del testo offre alcune indicazioni/ percorsi di letture - per l’infanzia e l’adolescenza - che si discostano nettamente da modelli consueti e che possono offrire a bambini, bambine e adolescenti spazio di immaginazione per una più ampia libertà del proprio divenire.

Un testo ricchissimo, come già si è detto, sia per la gamma dei temi proposti alla riflessione, sia per le proposte educative concrete che vi si possono trovare, sia per le bibliografie che corredano ogni capitolo.

Il linguaggio utilizzato e i cenni storici relativi ai vari temi, sempre curati e precisi, evidenziano l’estrema solidità del lavoro di ricerca compiuto dalle autrici. Un manuale, certo, ma anche un testo che si offre all’attenzione di tutti e tutte coloro che alle tematiche di genere prestano interesse.




 

Irene Biemmi, Barbara Mapelli

Pedagogia di genere. Educare ed educarsi a vivere in un mondo sessuato

Mondadori Education, Milano 2023, pp. 210, € 22

 


pubblicato in Pedagogika.it/2023/Anno_27/numero_4


 

 

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