A tutte le Socie dell’Università delle Donne
Ci avete letto nel notiziario da qualche anno.
Ci avete scorto sul muro dell’associazione - entrando subito a sinistra.
Ci avete sentito intervenire qualche volta piuttosto
sconcertate e più spesso arrabbiate, per qualche commento – osservazione
– considerazione – durante i seminari sul femminismo.
Ci conoscete come socie ma non sapete cosa significa e ha significato
per tante di noi, il "Gruppo del lunedì".
Quest’anno lo slogan scelto per il gay pride
ESISTERE RESISTERE
ci sembra calzi perfettamente e vorremmo partecipaste con noi.
Per questo vogliamo invitarvi sabato
22 giugno alla manifestazione del gay-lesbian-trasgender-bisexual
Pride. La partenza, da Porta Venezia, è alle ore 15.
Questo è anche il nostro manifesto
Esistere:
avere realtà effettiva, esserci, vivere. Esistiamo, questo è
sicuro. Non abbiamo bisogno di certificazioni, documenti o assenso. Esistiamo
con le nostre identità e le nostre storie. Questo giorno serve
per ribadire che c'è un dato di fatto da non dimenticare: la nostra
esistenza effettiva.
Resistere:
non lasciarsi smuovere o abbattere, tollerare, non perdere valore. Resistiamo.
Perché la nostra esistenza, che è un dato di fatto, non
sembra bastare:c'è ancora chi vorrebbe rinchiuderci in qualche
ghetto o trasformarci in qualcosa che sia accettabile per tutti. Questo
giorno serve per dire che abbiamo intenzione di resistere. Almeno fino
a quando anche l'Italia non sarà costretta a scrivere leggi antidiscriminatorie:
la scadenza è vicina, l'Europa chiede che siano scritte entro il
2003. E scriverle significa affermare anche che l'Europa non è
più solo euro e che da quelle leggi si parte per fare l'Europa
delle persone, tutte uguali. Quell'euro in tasca per noi non è
solo un soldo: è una speranza concreta che ci aiuta oggi a resistere
di fronte alle piccole e grandi discriminazioni di tutti i giorni……
……… dopo la simpatia solo di maniera dei governi di centrosinistra, adesso
arriva l'aperta ostilità del governo di centrodestra; che non fa
nulla per sostenere i diritti degli omosessuali e dei transessuali e attacca
i diritti di altre persone, come testimoniano la tremenda legge sull'immigrazione,
la legge delega che prevede modifiche all'articolo 18 dello statuto dei
lavoratori, e le proposte di legge sulla fecondazione assistita che non
solo discriminano single e lesbiche, ma attraverso il riconoscimento di
statuto di persona all'embrione, sono anche un modo per aggirare la legge
194 sull'aborto e togliere alle donne il diritto all'autodeterminazione.
Oggi da Milano, dalla città dove la vita per omosessuali e transessuali
è apparentemente più facile, vogliamo dire che non ci basta
più il diritto a entrare in un locale per gay, lesbiche o transessuali;
non ci interessa essere - più o meno bene - tollerate/i. E siamo
anche stanche/i di spiegare perché questi diritti ci spettano.
Siamo qui per dire e per gridare che nel 2002 siamo ancora discriminate/i,
come lo sono le/i migranti, come lo sono le donne, come lo sono coloro
che tentano di costruire un mondo di relazioni interpersonali diverso
dal modello della famiglia patriarcale. Oggi da Milano chiediamo, ancora
una volta, che:
" Nelle norme antidiscriminatorie esistenti (comprese quelle
previste dallo statuto dei lavoratori e dall'articolo 3 della Costituzione),
siano aggiunti l'orientamento sessuale e l'identità di genere;
" Che il sesso dell'individuo sia considerato un dato personale,
che non deve più apparire su nessun documento o atto, pubblico
o privato che sia;
" Ci sia da subito piena tutela giuridica (attraverso una legge sulle
unioni civili) per le coppie di fatto omosessuali (ed eterosessuali,
naturalmente);
" Alle persone che vivono una transizione di genere sia permesso
di modificare il proprio nome anche nella fase che precede l'intervento
chirurgico e comunque indipendentemente da esso;
" Lo Stato italiano riconosca lo status di rifugiata/o politica/o
alle donne, agli uomini e ai transessuali che provengano da nazioni dove
essere lesbiche, gay, transessuali significhi essere perseguitate/i e
discriminate/i;
" Sia riconosciuto il diritto di una donna di procreare anche al
di fuori di un'unione (civile o di fatto) e quindi sia garantito alle
donne (anche single) il diritto di accedere all'inseminazione artificiale;
" Sia tutelata e sostenuta la volontà di donne e di uomini
di allevare bambine/i anche al di fuori delle unioni eterosessuali e quindi
sia esteso a tutte/i (anche single) il diritto di chiedere l'adozione
di un minore;
" Sia dato a tutti il diritto di vivere in uno stato laico,
che non simpatizzi per nessuna confessione religiosa e che non condizioni
le proprie leggi e le proprie scelte alle esigenze di una qualsiasi chiesa
E speriamo di avere al nostro fianco non solo tutte le altre persone che
hanno vissuto o vivono discriminazioni di ogni genere, ma anche chi contro
queste discriminazioni si è battuta/o. È tempo che tutte/i
si rendano conto che quando si parla di diritti fondamentali non esiste
una classifica, non esistono richieste più o meno ricevibili. E
che se oggi sono negati a noi, domani potrebbero essere negati ad altre/i,
perché - come si è visto - anche i diritti dati per acquisiti
possono sempre essere messi in discussione.
Un altro mondo è possibile o è in costruzione, dice uno
slogan famoso: noi quel mondo possibile lo stiamo costruendo da un pezzo,
semplicemente con la nostra vita di tutti i giorni. Sarebbe bello se a
partire da oggi sempre più gente venisse a darci una mano o anche
solo avesse la curiosità di vedere come è fatto davvero.
GRUPPO
SOGGETTIVITA’ LESBICA
Libera Università delle Donne
|