A Milano il nuovo giardino Sorelle Mirabal al servizio della biodiversità cittadina

di Adriana Giannini


La via San Faustino, tra il quartiere dell'Ortica e Lambrate, scorre in gran parte a una certa distanza dalla ferrovia tra fabbriche ormai abbandonate, quartieri residenziali che crescono come funghi al loro posto e un paio di Residenze per anziani. Potrebbe sembrare la più anonima delle strade periferiche, ma dal sette maggio di quest’anno ha un’attrattiva particolare: l’ampio spazio non edificato che si estendeva tra la strada asfaltata e la ferrovia è diventato un giardino pubblico recintato con apertura diurna tutti i giorni dell’anno.


Un giardino peculiare per due motivi. In primo luogo perché, come ricorda un semplice cartello posto all’ingresso è dedicato alle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, eroiche attiviste per i diritti civili fatte assassinare dal dittatore Trujillo nella Repubblica Dominicana nel 1960, proprio in quel 25 novembre che è poi diventato il giorno internazionale contro la violenza sulle donne. In secondo luogo perché il giardino, negli anni precedenti affidato semplicemente alla buona volontà di varie associazioni della Zona 3, è stato ora ufficialmente co-progettato tra il Municipio 3 e il Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano (DAStU) facendolo diventare un’area di studio per la tutela, il ripristino e la valorizzazione della biodiversità urbana.


Da curiosa residente in zona e da naturalista per studi e vocazione, mi sono recata una domenica a vedere con i miei occhi com’era diventato il giardino che avevo conosciuto quando le associazioni vi organizzavano qualche iniziativa (c’è non lontana una fermata del bus 54). L’ho trovato straordinariamente tranquillo: le persone erano molto poche - forse perché non vi sono per ora attrezzature per far giocare i bambini - e questo faceva sì che si udissero gorgheggiare gli uccellini e ronzare gli insetti. Ci sono panchine e un gazebo, molti cespugli di rose e piante di vario tipo, ma è ancora tutto molto rustico e semplice, esattamente come l’avevano lasciato le associazioni.

L’intervento del Politecnico si può osservare un po’ ovunque. Vi sono numerosi sensori alimentati a energia solare che hanno lo scopo di monitorare i preziosi insetti impollinatori che qui trovano un ambiente adatto e cartelli che spiegano lo scopo delle aree recintate, alcune dove piante e animali possono vivere indisturbati, altre in cui si mettono alla prova le piante più adatte a migliorare l’ambiente cittadino.

Sarà ora interessante vedere se il giardino verrà apprezzato e frequentato dagli abitanti della zona e se il Dipartimento di architettura del Politecnico si sentirà in dovere di tenere informati sui dati raccolti in questo spazio anche i cittadini oltre agli addetti ai lavori. Non va infatti dimenticato che sono state proprio le associazioni di cittadini ad avere il merito di aver ripulito e reso frequentabile inizialmente quest’area abbandonata che quindi sentono un po’ loro.


Per chi volesse conoscere in maniera più approfondita la storia delle sorelle Mirabal (note come Las Mariposas ossia Le Farfalle) segnalo che nel 2019 l’editore Giunti ha pubblicato il libro che Julia Alvarez ha loro dedicato con il titolo Il tempo delle farfalle.


9-06-2025


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