Judy Chicago Antologica
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Da Manhattan a Washington, da Brooklyn, a Los Angeles si moltiplicano le mostre, i convegni, i libri per riesaminare "il potere dell'arte femminista". Il caso più clamoroso è il ritorno al Brooklyn Museum di New York del Dinner Party di Judy Chicago, che Newsweek ha classificato fra le non molte opere che hanno avuto effetti sconvolgenti nella storia dell'arte. ![]() |
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A 23 anni di distanza e dopo essere stato visto da milioni di persone il Dinner Party suscita tuttora le stesse polemiche. Originariamente la causa dello scandalo non era tanto la glorificazione delle 33 donne della storia a cui erano stati assegnati posti a tavola e delle altre 999 i cui nomi erano istoriati nelle piastrelle dell'impiantito, ma le vulve rappresentate in ognuno dei grandi piatti di maiolica del festino. Per Judy Chicago, come per Lucy Lippard, che ebbe un ruolo decisivo nel femminismo artistico, l'identità della donna era prima di tutto sessuale, e la vulva ne era la bandiera: l'obbiettivo della rivoluzione era la fine della tirannia fallocratica. In effetti prima di essere un'opera d'arte e una esperienza estetica, il Dinner Party era un manifesto e un atto di ribellione. ![]() |
Rivedendolo ora al Brooklyn Museum, simultaneamente con la retrospettiva che il National Museum of Women in the Arts di Washington dedica all'intera carriera di Judy Chicago, ci si rende conto che altrettanto importante è il fatto che il monumento è il risultato di 5 anni di lavoro collettivo di più di 400 donne; e si trattava dell'impegno non soltanto di pittrici e scultrici, ma anche di tessitrici e ricamatrici, di sarte, di ceramiste e di altre donne specializzate o meno in altri mestieri che prima non avrebbero potuto permettersi di sacrificare tanto tempo e risorse.
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Nonostante
i successi che aveva avuto giovanissima con le sue pitture astratte, Judy
Chicago si era convinta che il movimento dell'arte femminista doveva essere
più sociale che estetico e che non poteva esserci un'arte femminile
senza la consapevolezza "sessuale" delle artiste stesse, perciò
dopo aver ripudiato perfino i cognomi ereditati dalla famiglia o dal marito,
aveva creato un programma di arte femminile nel college di Fresno (California).
In seguito, in un palazzo abbandonato di Los Angeles, ribattezzato ( Womanspace,
aveva costruito un laboratorio "spirituale" in cui donne addestrate
in differenti discipline e mestieri potevano coltivare la propria coscienza
femminile riguardo all'arte. Il Dinner Party era stato il risultato più
cospicuo di quell'impegno.
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"Judy
Chicago" rimane al National
Museum of Women in the Arts di Washington fino al 5 gennaio 2003.
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