Barbara McClintock
(1902-1992)
di Sara Sesti
Biologa
appassionata, perseguì tenacemente le sue idee contro ogni ostacolo
e convenzione. Con i suoi temi complessi fu molto in anticipo sui tempi,
per questo il Premio Nobel per la medicina le venne conferito soltanto
trent'anni dopo la sua rivoluzionaria scoperta di genetica cellulare.
Barbara McClintock nacque il 16 giugno 1902 a Hartford, nel Connecticut.
La sua famiglia le concesse grande autonomia e accettò i suoi interessi
intellettuali, anche se sua madre, discendente dei pionieri del Mayflower,
i primi emigranti giunti in America dall'Inghilterra nel 1620 sulla mitica
nave che portava questo nome, si mostrò sempre preoccupata delle
sue ambizioni "poco femminili". Dopo la prima guerra mondiale
studiò citologia, genetica e zoologia presso il Cornell's College
of Agricolture di Ithaca, nello Stato di New York. Già durante
gli studi iniziò le ricerche sui cromosomi del mais, che proseguì
poi per tutta la vita. Sviluppò una nuova tecnica di colorazione
mediante la quale era possibile rendere visibili i diversi cromosomi del
mais, potendoli così utilizzare per studi citogenetici.
Si laureò nel 1925 con una tesi di botanica e nel 1927 ottenne
un posto come docente nell'Università di Ithaca.
Dal 1929 al 1931 fornì, mediante nove pubblicazioni (l'ultima insieme
a Harriet Creighton, una delle sue studentesse), la prova definitiva che
i geni si trovano realmente sui cromosomi, basata sulla scoperta che lo
scambio di informazione genetica può essere accompagnato da uno
scambio di frammenti dei cromosomi stessi. In tal modo Barbara McClintock
aveva fondato la genetica cellulare. Questi risultati vennero presentati
al "VI Congresso internazionale di genetica" svoltosi ad Ithaca
nel 1932 ed ottennero un grande riconoscimento. Ciononostante, la scienziata
dovette dipendere da borse di studio per molti anni, in quanto anche negli
Stati Uniti, nel campo della ricerca, le donne non avevano alcuna possibilità
di ottenere incarichi ufficiali presso le università. L'idea di
fare carriera le era completamente indifferente e Barbara McClintock si
dedicò esclusivamente alla ricerca, lavorando in diversi laboratori,
sottopagata e in posizioni precarie. Contemporaneamente continuò
a coltivare e ad analizzare le sue piante di mais a Cornell, scoprendo
i cosiddetti "cromosomi ad anello" e il punto dell'organizzazione
del nucleo nella cellula. Alla base del suo metodo c'era uno straordinario
talento nell'osservazione al microscopio: sembrava che le barriere tra
lei e l'oggetto di studio non esistessero. La scienziata disse una volta
che durante le osservazioni al microscopio era come se essa stessa si
trovasse all'interno della cellula e potesse guardarvisi intorno. Questa
modalità è stata definita da Evelyn Fox Keller, l'esponente
di maggior spicco nell'ambito dell'epistemologia femminista, "sintonia
con l'organismo".
Dopo un posto da professore incaricato presso l'Università del
Missouri, ottenne un impiego presso il laboratorio di Cold Spring Harbour,
nello stato di New York, dove potè dedicarsi indisturbata alla
sua ricerca. Venne eletta membro della National Academy of Sciences e
nel 1945 divenne la prima donna presidente della Società Americana
di genetica.
A Cold Spring Harbour riuscì, insieme alla collaboratrice Evelyn
Witkin, a spiegare il fenomeno dei cosiddetti "jumping genes",
i "geni che saltano". Barbara McClintock scoprì, dopo
sei anni di studi sulla colorazione delle foglie delle piante di mais,
che era possibile "attivare o disattivare" i geni che ne erano
responsabili , provando così l'esistenza di geni con funzione di
controllo sull'attività di altri geni, in grado di cambiare proprietà
"saltando" all'interno di un cromosoma o tra cromosomi diversi.
Quando presentò questa ricerca a un simposio del 1951 incontrò
molta incomprensione, poiché le sue scoperte mettevano in discussione
le teorie della genetica classica secondo cui i geni erano le unità
immutabili dell'ereditarietà. Barbara McClintock affermava, al
contrario, che il codice genetico di un organismo non è una matrice
statica leggibile come un libro, bensì un elemento flessibile e
dinamico stimolato dall'ambiente circostante.
In quel periodo l'interesse della ricerca biologica riguardava altri settori,
come ad esempio la genetica batteriologica e molecolare, così che
predominava una visione fisica delle molecole. I processi di regolazione,
così come li descriveva Barbara McClintock, vennero presi in considerazione
solo molto più tardi, alla fine degli anni Settanta, quando il
mondo scientifico fu pronto ad accettare la concezione del "genoma
dinamico" formulata dalla scienziata.
Nel 1983 l'attività di Barbara McClintock fu coronata dall'assegnazione
del Premio Nobel per la medicina. È stata l'unica donna a ricevere
questo riconoscimento grazie ad un lavoro svolto completamente da sola.
Morì a Long Island, all'età di 90 anni.
La
biografia è tratta da Sara Sesti e Liliana Moro "Scienziate
nel tempo. 100 biografie"
Ledizioni, 2018
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