| Sara Sesti con Liliana Moro Scienziate nel tempo. Più 100 biografie 
 Recensione di Adriana Giannini
  
 All’inizio del terzo decennio del Duemila c’è ancora bisogno  di ribadire che la diffusa opinione  che  “le donne non sono portate alla scienza” è solo uno stereotipo difficile da  cancellare?  Sembra proprio di sì, visto  il compiaciuto stupore con cui ai primi di febbraio è stato accolto  l’isolamento del coronavirus da parte di tre ricercatrici dell’istituto  Spallanzani di Roma. Finalmente neppure un uomo nell’équipe ad attribuirsi,  come spesso è successo in passato, il merito del risultato! Certo qualcosa sta  cambiando, ma resta il fatto che a tutt’oggi solo venticinque donne in tutto hanno  ottenuto un Nobel in campo scientifico, mentre sono molte di più quelle a cui  per qualche intuibile motivo questo meritato riconoscimento è stato negato.
 Ben venga dunque questa ultima, aggiornata e molto ampliata  edizione del lavoro iniziato nel 1997 dalle due autrici e  aggiornato  dal 2018 da Sara Sesti dapprima in collaborazione con l’Università Bocconi e poi con la Libera  Università delle Donne, per accendere un faro sul fondamentale e spesso misconosciuto  ruolo svolto dalle donne che si sono occupate di scienza dall’antichità ai  nostri giorni.
 
 Dalle cinquanta biografie documentate nella prima pubblicazione del 1999 le  autrici sono ora arrivate a metterne insieme più di cento, una più interessante  dell’altra, comprendendo le protagoniste dell’informatica, delle nuove tecnologie e le protagoniste  d’importanti progetti collettivi: dalle pazienti compilatrici dei cataloghi  stellari - tra cui vi erano anche alcune suore della Specola Vaticana - alle  sottopagate programmatrici dell’Eniac (il primo calcolatore elettronico), dalle  fisiche che hanno contribuito al Progetto Manhattan alle matematiche  afroamericane senza le quali probabilmente il primo uomo non avrebbe calpestato  il suolo lunare. L'ultima edizione è arricchita di numerose scienziate per l'ambiente.
 
 Leggendo le dense pagine del libro ci si rende subito conto  che le scienziate selezionate hanno tutte alcune caratteristiche in comune.  Almeno fino al secolo scorso quando scuole superiori e università cominciarono  ad aprire loro le porte, oltre alle doti intellettuali fuori dall’ordinario,  dovevano possedere una grande tenacia e sete di sapere per riuscire a evadere  dal ruolo che la società prevedeva inesorabilmente per le donne che non  volevano essere emarginate: occuparsi della famiglia o chiudersi in convento.
 
 Ma queste capacità non erano sufficienti, dovevano anche avere al loro fianco  una figura maschile  – padre, fratello,  marito, amico di famiglia   – che ne  apprezzava le capacità e schiudeva ad esse le porte della cultura scientifica.  Tra gli esempi più noti  vi sono Ipazia,  matematica istruita dal padre, Trotula, medica e collega del marito, Elena  Cornaro Piscopia, prima donna laureata al mondo nel 1678 con l’incoraggiamento  del padre, Sophie Brahe stretta collaboratrice del fratello Tycho, la fisica  Laura Bassi, prima donna a ottenere una cattedra universitaria, introdotta agli  studi dal padre e dal medico di famiglia, la matematica Gaetana Agnesi, bambina  prodigio ammirata innanzitutto dal padre, Marie Lavoisier preziosa collaboratrice  del marito Antoine, Ada Byron Lovelace, prima programmatrice incoraggiata in  questo caso dall’amico  Charles Babbage  e, la più nota di tutte Marie Sklodowska Curie, i cui grandi meriti furono per  primi apprezzati dal marito e poi dall’Accademia svedese che le conferì ben due  premi Nobel: per la fisica e per la chimica.
 
 La situazione è andata migliorando per le donne nate nel  ventesimo secolo, ma ancora per molte riconoscimenti e carriera hanno  rappresentato una sfida che ha richiesto almeno il doppio della determinazione  necessaria ai colleghi maschi. E alle volte questa determinazione non è bastata  come è successo alla forse troppo bella attrice cinematografica Hedy Lamarr a  cui è dedicata la copertina del libro. Ideatrice durante la seconda guerra  mondiale di una tecnica basata sul salto di frequenza per proteggere i siluri  dalle intercettazioni nemiche, non riuscì a farla applicare dalla marina  statunitense, anche se l’idea  era  talmente valida che, a molti anni di distanza, viene tuttora utilizzata nelle  comunicazioni wireless.
 
 In effetti, uno degli scopi del libro è proprio quello di  rafforzare coraggio e autostima nelle aspiranti scienziate grazie agli esempi  delle ammirevoli colleghe che le hanno precedute. Come lei stessa racconta, per  esempio, è stato proprio l’aver letto la storia di Marie Curie a convincere la  direttrice del CERN Fabiola Gianotti ad affrontare gli studi scientifici che  l’hanno portata ad occupare, prima donna nella storia di questa istituzione,  l’attuale prestigiosa carica.
 
 Un libro insomma che ci piacerebbe fosse letto da molti, sia  uomini che donne, e che sarebbe estremamente consigliabile come lettura  complementare nelle scuole superiori per contribuire a una scelta ben informata  del corso universitario a cui ci si vuole iscrivere.  In quest’ottica anche un regalo molto utile  da fare a figlie o nipoti ancora incerte sul loro futuro.
   Sara  Sesti con Liliana Moro
 Scienziate nel tempo. Più 100 biografie
 
 Ledizioni, Milano 2023, 
    pag.265
 
 anche in edizione e-book
 
      27- 11- 23      |