'Un pianeta di soli uomini? quando si tratta di soldi sembrerebbe di sì'.

di Valeria Fieramonte


 




Come stanno andando le cose nella formazione del gruppo ONU che dovrà gestire i finanziamenti sul cambiamento climatico? A quanto pare molto male, almeno dal punto di vista femminile... Ecco perchè:

" Viviamo in un pianeta di soli uomini? E da quando? l'ONU ha formato un club di soli uomini per il finanziamento delle attività relative ai cambiamenti climatici. A due mesi dal fallimento del COP 15 a Copenaghen, il segretario generale dell'ONU Ban ki Moon ha annunciato la creazione di un comitato di soli uomini per le attività di finanziamento relative a questo argomento" - protesta Marion Rolle , da Berlino, a nome del gruppo 'Women for climate change', uno dei pochi gruppi femminili attivi politicamente sulla scena internazionale.

Come è noto il comitato muoverà un ammontare di fondi di oltre 100 miliardi di dollari da qui al 2020,per aiutare le nazioni povere colpite da cambiamenti climatici. Tutti erano in attesa che si formasse l''advisory board', ma è stata una vera sorpresa scoprire che dentro non c'è neppure una donna! neanche una! quando si tratta di soldi c'è un vero arrembaggio al maschile!

A parole l'UNFCCC ( la struttura di lavoro ONU sui cambiamenti climatici), ha riconosciuto che anche le donne subiscono l'impatto dei mutamenti climatici e  il loro contributo determinante nel preservare e prendersi cura delle risorse della terra. Nei fatti però lo smentisce.

"Donne come Joke Waller - Hunter , la segretaria esecutiva dell'UNFCCC prima di Yvo de Boer, che peraltro è da tempo dimissionario, hanno dimostrato di saper lavorare molto bene, - sostiene Marion Rolle. "Perciò chiediamo che almeno il segretario esecutivo possa essere di nuovo  una donna. Il pianeta non è fatto solo di uomini e ci sono anche delle esperte donne , ma a quanto pare se lo sono dimenticato. E' evidente infatti che questa enorme sproporzione nelle strutture decisionali che contano davvero, non è secondaria al perchè si sia determinata la crisi del clima, e alla mancanza di rispetto per la natura e i suoi ritmi che gli uomini dimostrano molto di più delle donne. E' importante perciò chiedere che nel gruppo che presiede ai finanziamenti sul clima sia rispettata la parità di genere e i diritti delle donne."

 Che dire? Tutto ciò è sconfortante e conferma la paurosa arretratezza anche dei settori che dovrebbero meglio rappresentare il progresso sociale e l'attenzione per la natura e il modo come le attività umane possono modificarla. 
  


 

 

 

 

21 -3- 2010