Una gustosissima storia di ciò che mangiamo Valeria Fieramonte
Lo sapevate che la bevanda più consumata al mondo è il tè e che in Europa arrivò per la prima volta in Olanda nel 1610? Che la prima bottega del caffè fu aperta a Venezia nel 1683, poco dopo la sconfitta dei Turchi alle porte di Vienna, che avevano assediato, perché nella ritirata ne avevano abbandonato molti sacchi? Nel bello e divertente libro intitolato La storia di ciò che mangiamo l'autore, Renzo Pellati, giornalista scientifico e pluripremiato specialista in Scienze dell'alimentazione, ha disseminato centinaia di aneddoti, storie divertenti, leggende e informazioni scientifiche appunto sui cibi, argomento diventato con Expo quasi ossessivo, ma che nessuno pensa di affrontare mai anche dal punto di vista storico. (Cosa che fece lo storico Fernand Braudel nel suo fondamentale Civiltà materiale, economia e capitalismo) Anche l'uso delle graminacee (frumento, orzo, riso, mais, avena, segale e miglio) si perde nella notte dei tempi. Il termine frumento deriva dall'omonima parola latina (frumentum), mentre farina da 'far' che in latino significa farro, un cereale che faceva parte della dotazione di cibo dei soldati delle legioni romane. Anche il verbo fare deriva da lì: il fare per eccellenza, cioè fare il pane. E i panini? L'uso di nutrirsi in fretta, in piedi, chiacchierando, con pane imbottito, risale anch'esso all'antica Roma. Nel quartiere della suburra esisteva la 'Via Panisperna', nome che in latino indicava pane e prosciutto. E pensare che ora la Via è nota invece come sede, un tempo, dei 'ragazzi di Via Panisperna' , il famoso gruppo di giovani fisici guidato da Enrico Fermi che ha fatto grande la fisica italiana. Poi c'è la pizza, che tutti sanno che è nata a Napoli, ma è ormai diventata così famosa che se ne contendono l'ideazione anche all'estero. La vera napoletana è così descritta sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea: ' pomodori pelati, mozzarella di bufala, olio extravergine, origano, bordo rialzato, diametro non superiore ai 35 cm.' E poi c'è la verdura e la frutta. Infine ci sono dei suggerimenti sugli itinerari da non perdere, come il Museo del Gusto, della Frutta, della Menta e così via. Insomma, una lettura da cui imparare divertendosi.
Renzo Pellati
15-11-2015
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