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Un vento particolare quello che ha sospinto le parole di Xinran attraverso l’etere… un vento forte tale da poter attraversare le sconfinate terre della Cina per raggiungere zone rurali desolate e retrograde, entrando nei luoghi di lavoro e negli istituti per malati psichici per incontrare, tra le pieghe di questi muri, dolorose storie dai visi di donna . La rubrica di Radio Nanchino si rivela ben presto un grande spazio aperto di ascolto e di raccolta di una realtà sconosciuta e impensata. Nonostante le attente revisioni della censura Xin Ran, negli anni, riesce a “sollevare il velo” delle donne cinesi; il successo radiofonico è immediato e le lettere che giungono dalle periferie più lontane della Cina commuovono l’intero staff della Radio, ma soprattutto spingono Xin Ran ad incontrare fisicamente le interlocutrici. L’incontro con un universo femminile lacerato e dimenticato la sconvolge e appassiona fino a che la giornalista non inizi a disegnare i tratti di una condizione femminile”cinese” tanto sconvolgente quanto ordinaria . Xin Ran ottiene il permesso di trasformare la rubrica radiofonica in una vera “linea calda” capace di raccogliere in presa diretta le testimonianze di molte donne. L’impatto emotivo è grande: donne di ogni ceto ed età si aprono a segreti inconfessabili mantenuti in stanze buie dell’animo.
Nel suo libro la giornalista scavalca ben presto il genere della denuncia sociologica e dei diritti umani per abbracciare, con una prosa delicata, il genere del romanzo di grande impatto emotivo, senza mai scivolare nel sentimentalismo e nel pietismo, con passaggi di notevole esito poetico.
Xin
Ran,
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