Ai confini del Paradiso

di Sara Sesti

 

 

Le vite di sei personaggi si incrociano attraverso percorsi esistenziali alla ricerca di perdono, redenzione e riconciliazione. "Per questo film ho scelto coscientemente di posizionarmi lontano dalla storia raccontata. Non sono mai stato tanto distante da quello che viene descritto in un mio lavoro come per questo film.” Così Fatih Akin, regista tedesco di origine turca, spiega la sua posizione nei confronti della trama del secondo capitolo dell’ideale trilogia di amore, morte e male iniziata con il grande successo de La sposa turca. E puntualizza: “Visto che il film affronta argomenti di carattere politico non volevo che la storia venisse strumentalizzata in nessuna maniera in Turchia, né nel resto del mondo per sostenere punti di vista che non mi appartengono.”

Il film tocca temi e argomenti molto differenti tra loro: il rapporto tra una madre (Hanna Schygulla ) e una figlia, la passione tra due ragazze, ma anche l’affetto di un figlio per il padre, il rapporto tra la Turchia e la Germania, patria di adozione di numerosi turchi.

La storia: nonostante la contrarietà del figlio Nejat, Ali, un anziano turco che vive a Brema, decide di vivere con Yeter, una prostituta anch'essa turca che fa il mestiere per aiutare negli studi la figlia Ayten che vive a Istanbul. Ali causa la morte di Yeter e Nejat, che le si era affezionato, lascia il suo lavoro di docente di letteratura e si reca in Turchia per cercare Ayten. La quale invece, ricercata perché appartenente a un gruppo antigovernativo accusato di terrorismo, ha raggiunto la Germania. Qui trova la solidarietà e l'amore di una studentessa, Lotte, la quale la segue nel suo ritorno da prigioniera in patria dandosi da fare per liberarla.

L' amore tra la ragazza tedesca e quella turca non è trattato come riflessione di natura erotica e omosessuale: è semplicemente naturale.
Ayten è molto emotiva, in gamba e bella, crede nella lotta armata, ma alla fine sorprenderà se stessa e modificherà le sue idee. " Ho sempre pensato di essere vicino ai rivoluzionari come Fidel Castro e Che Guevara, poi, ho scoperto seguendo un corso di letteratura tedesca che Goethe non credeva nella rivoluzioni ed era, invece, convinto che i sistemi andassero a cambiati dall’interno. Ho iniziato a pensarci su. Credo che sia qualcosa che ha a che fare con la crescita: oggi che sono diventato padre, mi sento più vicino a Goethe che a Che Guevara e non credo nella violenza. Penso che per combattere un sistema non si possano utilizzare i suoi stessi metodi"

Il tema del rapporto tra padri e figli è legato ad un libro, Die Tochter des Schmieds (La figlia del fabbro) di Selim Ozdogan. "Il messaggio è che l’arte, l’educazione, la letteratura sono cose importanti: i libri possono cambiare la vita e il mondo. Nel film, la lettura è un elemento centrale. Leggere significa istruirsi. E l'istruzione è l'unica cosa che può salvare il mondo"

 

17-11-07