Allegato 3

La città

 

Le iniziative di sensibilizzazione e prevenzione così come quelle di carattere giuridico possono non essere sufficienti se non si modifica il luogo e l’ambiente in cui le donne vivono e lavorano nella vita di tutti i giorni.

La violenza di genere si combatte, infatti, oltre che con l’educazione e la formazione, anche attraverso processi di socializzazione, forme dinamiche di convivenza tra persone e dunque attraverso un miglioramento qualitativo delle città.

Realizzare il progetto di “città vivibile per le donne” è per noi un segno essenziale di cambiamento rispetto al passato senza il quale è difficile pensare di realizzare un’azione integrata dei diversi livelli di intervento contro la violenza sessuale.

“La città vivibile” che auspichiamo è una città che progetta e tutela con le donne la sicurezza del lavorare, di realizzare liberamente la propria vita nell’amore, , nella maternità, nella produzione di pensiero, nelle relazioni sociali. E’ una città, soprattutto, ridisegnata dalle donne, indicando cambiamenti e trasformazioni.

Sicurezza, in ogni caso, non vuol dire colonnine sos antistupro ai semafori o più forze dell’ordine che pattugliano le strade. Secondo noi la città sicura non è una città chiusa, punitiva, segregante, ma è una città viva e aperta.

Sosteniamo pertanto nelle premesse e nelle proposte la mozione fatta approvare dalle consigliere dell’Unione al consiglio comunale di Milano. Sarà importante attivare una serie di assemblee nei vari quartieri dove le associazioni delle donne italiane e straniere sul territorio, in raccordo con gli uffici competenti dei Consigli di zona e dei Comuni, realizzino la mappatura delle zone maggiormente a rischio nei quartieri per suggerire aree di pericolo e proposte di intervento.

In particolare chiediamo strade illuminate, mezzi di trasporto capillari e funzionanti fino a tarda notte oltre a programmi di formazione su tematiche specifiche come la violenza sessuale contro le donne degli autisti dei mezzi pubblici; chiediamo che nei parcheggi ci siano aree di utilizzo “preferenziale” per le donne, fermate di cortesia di taxi con tariffe concordate in orari notturni per le donne, una maggiore diffusione e efficienza dei radiobus.

Accanto a questi interventi preventivi basilari, riteniamo che la città vivibile e sicura per le donne sia anche una città dove le famiglie siano luogo di affetti e relazioni scelte e non subite nella chiusura dei segreti e dei silenzi.

La maggior parte delle violenze sessuali si consumano in famiglia: dunque è necessario sviluppare i servizi per la collaborazione con le famiglie, a cominciare dalla cura dei bambini e degli anziani, e ,per quanto riguarda le famiglie straniere, allargare la mediazione culturale nei consultori come nei luoghi dell’educazione.

Più in generale, bisogna aumentare gli spazi di socialità e i luoghi di aggregazione e di incontro per le donne di tutte le culture e tradizioni. E non solo per le donne: perché il progetto di città vivibile che abbiamo l’ambizione di realizzare pone in primo piano la creazione di sempre maggiori occasioni di scambio e confronto culturale così come di iniziative, spettacoli, intrattenimenti come presupposto essenziale per una più civile forma di convivenza tra persone e di rispetto tra i sessi.