L'articolo
è stato pubblicato su "Carnet" ,
agosto 2004
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A partire da giugno 2004, RaiTre inaugura due programmi: Amori, trasposizione ammodernata di romanzi celebri, e Xcorsi d'amore, escursioni a sorpresa nel retroterra sociale dei sentimenti. L'amore non è più dunque il "desiderio primordiale" che, mirando a "fare di due uno", insidia la civiltà nella sua spinta ad allargare in aggregazioni sempre più ampie il cerchio della vita? Si può pensare che, insieme al pudore, stia venendo meno anche il bisogno che hanno gli amanti di "bastare a se stessi"? Anche se nel cellulare approderà presto un vecchio imbonitore di sogni come il fotoromanzo, su Internet già viaggiano diari e pensieri d'amore svincolati dalle solitarie confessioni del cassetto, disposti a lasciarsi guardare e mettere in discussione. La demarcazione storica tra l'"amor cortese", che ha ispirato poeti e filosofi facendo balenare ogni volta la promessa di "vita nova", e la corrente sotterranea delle passioni impresentabili che quasi sempre lo accompagnano, appare oggi più sfocata, così come il confine tra realtà e finzione, racconto di esperienza e rappresentazione immaginaria. Rimbalzando tra parola scritta e immagine, divagazione letteraria e storie di vita quotidiana, la favola amorosa si stempera, apre il cerchio di una miracolosa unità a due per far entrare nuovi protagonisti, altri sguardi, altre vie d'uscita dall'altalena intramontabile di perdite e ricongiungimenti. L'amore non sembra aver perso la sua centralità né quell'impronta originaria che lo vede accamparsi sempre come protagonista unico, isolato dal contesto storico, ingigantito dalla "fatalità" che si porta dietro. I reality show devono il loro ambiguo richiamo -attrazione e repulsione- proprio al fatto di essere incontri al chiuso, senza luogo né tempo, costretti, come laboratori scientifici, a un'alchimia che si limita a rivelare le proprie leggi immutabili. Diverso è quando il discorso amoroso compare imprevedibile nell'aula di una scuola o, come è capitato a Trentola nel casertano, in una stanza del Comune, occupata da insolite ospiti: donne del paese costrette a confrontare le ragioni sociali che le hanno portate a dividere le stesse case e le stesse cure a figli e genitori con giovani emigrate dell'Est, e le paure di abbandono da parte dei mariti, le invidie e le gelosie per le "straniere", povere ma più "libere" sessualmente (RaiTre, domenica 20.6.2004, 23,30). Amore e lavoro, sia pure ancora nemici, cominciano in qualche modo a parlarsi.
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