Gioia Di Cristofaro Longo, Laura Remiddi, Antonietta Carestia

LA PAROLA DEL TRIBUNALE 8 MARZO

di Mariantonietta Antelli

 


 

Tra il grido e il silenzio scegliamo la parola

Il libro contiene i resoconti di diversi convegni che si sono tenuti nei primi anni ’80 su tematiche relative alle ingiustizie subite dalle donne. Nel 1979, e precisamente il 6 marzo, si costituì “Il Tribunale 8 marzo” che aveva lo scopo di denunciare le ingiustizie al fine di affermare i nuovi valori di pari dignità e rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani. Il metodo che decisero di seguire fu la narrazione in prima persona effettuata dalle vittime stesse e anche per questo le storie raccontate hanno, ancora adesso, l’immediatezza e la forza della verità.

Nell’introduzione si spiega molto bene il significato di questa interessante operazione perché si dice che la parola cancella il rischio dell’oblio e testimonia l’impegno per dare l’avvio ad un superamento di ogni forma di discriminazione per sviluppare un principio di autodeterminazione delle donne in quanto donne. Si individuano poi alcune forme di discriminazione che consistono nell’impedimento, nell’occultamento e nella banalizzazione, o riduzione e distorsione delle esperienze dei soggetti discriminati.

Il problema è sempre lo stesso dare visibilità non solo ai femminicidi, ma anche a tutte le altre angherie a cui le donne vengono sottoposte. Per questo motivo il ripercorrere la strada che ha fatto “Il Tribunale 8 marzo” è importante. E’ importante leggere i casi delle donne raccolte negli atti del 1980 che aveva come tema la violenza in famiglia, o in quelli che narrano i difficili rapporti con la medicina del 1981. Le storie sono spesso sconvolgenti e proprio lette adesso ci fanno capire quanto cammino sia stato percorso da allora e quanto adesso si debba essere grate a queste donne impegnate nella magistratura, avvocate, e docenti che hanno raccolto e ascoltato le vicissitudini agghiaccianti di donne come noi. Ad alcuni di questi convegni partecipò anche Elena Gianini Belotti famosa autrice del libro “Dalla parte delle bambine “e recentemente scomparsa.

Le denunce sottolineano l’esigenza di un tribunale a misura di donna al quale non si chiede di comminare pene, ma di contribuire a modificare rapporti umani e valori culturali, insomma a liberare una donna più che a incarcerare un uomo. Queste indomite signore si sono proposte di modificare la realtà della vita delle donne come nel controprogetto del 1983 i cui punti, anche visti alla luce dei quarant’anni trascorsi. sono ancora in gran parte. disattesi come quelli relativi alla salute.

Il libro risulta interessante per misurare la distanza che ci separa dagli anni ’80 quando queste donne coraggiose e sostenute dalla forza dei movimenti degli anni ‘70 trovarono le energie e la creatività per istituire questo tribunale particolare alla difesa delle donne e dei loro diritti, ma ci fa anche misurare come pur nella diversità della situazioni in cui ci troviamo quarant’anni dopo certi diritti e certi atteggiamenti , se non opportunamente e costantemente ribaditi e difesi, possano sciogliersi come neve al sole alla luce della sempre presente mentalità patriarcale.

Sarebbe interessante che le giovani donne di oggi che a volte non credono sia più necessario dichiararsi femministe, almeno a quanto si legge sui social, capissero che la vigilanza deve essere continua e vedessero da quale situazione la società italiana sia partita per misurare la necessità di una vigilanza ostinata in molti ambiti, anche i più disparati, e per impedire un ritorno ad antiche pratiche contro le donne e per una cultura dei diritti.

Dopo tutto i femminicidi (122 nel 2022) e i vari divieti alla pillola del giorno dopo o l’ostracismo verso i consultori e al diritto all’aborto appartengono alla cronaca odierna.

 


Antonietta Carestia, Gioia Di Cristofaro Longo, Laura Remiddi

LA PAROLA DEL TRIBUNALE 8 MARZO

Armando editore 2022 euro 20


 

 

 

 

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