Un vecchio slogan sembra tornato d'attualità:
''Tremate, tremate le streghe son tornate''

di Roberto Mastroianni

Molti credevano che il femminismo fosse morto, e molti altri che il Medioevo fosse finito. Tutte e due le ipotesi vengono smentite dalla cronaca. Mercoledì 21 dicembre 2005 un gruppo di studenti universitari, alcuni ragazzi dei Collettivi e dei Centri sociali hanno affisso due striscioni fucsia ai lati del portone di ingresso della Curia torinese.

Sugli striscioni era scritto: "Più autodeterminazione, meno Vaticano" e "Poletto (Arcivescovo e Cardinale di Torino n.d.r.) stai zitto l'aborto è un diritto". E' finita in farsa, quella che sembrava essere una semplice manifestazione di contrasto alle politiche sulla procreazione assistita e sull'aborto di questo governo e alle ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche nella vita politica italiana.

Alcune manifestanti sono, infatti, state fermate alcuni minuti dopo la fine dell'azione dimostrativa dalla Digos di Torino che le ha portate in questura, in stato di fermo di polizia, per notificare il pericoloso reato 404 del Codice penale, ovvero, il "vilipendio alla religione".

I ragazzi fermati sono stati denunciati a piede libero per aver organizzato una manifestazione non autorizzata e aver oltraggiato la religione. La pericolosa offesa perpetuata da queste eversive femministe, e da alcuni maschietti con loro conniventi, consiste nell'aver incollato alcuni preservativi affianco al campanello della Curia.

Il Codice penale punisce le offese lesive dell'integrità e del decoro del sacro, dobbiamo quindi immaginare che il campanello della curia di Torino sia una specie di reliquia e che la sacralità del cattolicesimo si spinga ad ammantare ogni aggeggio che un sacro prelato ha sfiorato. Per evitare eventuali e futuri oltraggi alla sacralità vaticana, d'ora in poi sarà consigliato ai barbieri  vaticani di raccogliere e custodire ogni capello tagliato a un chierichetto e  a un prete o ai baristi e ai ristoratori di trattare con ogni riguardo le posate toccate da un prelato. Non vorremmo che un barista disattento venga accusato di oltraggio per aver lavato in modo non opportuno una posata toccata da un monsignore.

Oppure è da ipotizzarsi un reato di vilipendio al Vaticano, la cui sacralità in questo paese non può essere toccata neanche durante una manifestazione politica con un "offensivo" striscione che intoni "Più Autodeterminazione e meno Vaticano".

Ma le manifestazioni di libero pensiero, probabilmente, ledono l'aura sacrale che ormai cinge, come nel Medioevo, ogni stabile in possesso di Santa romana chiesa. I ricordi di uno Stato laico tendono a svanire, sembra normale, allora, che lo Stato pontificio assuma una dimensione metafisica e che la Repubblica italiana, oltre non esigere che gli immobili curiali paghino l'Ici, ne difenda l'integrità morale e sacrale.

Le giovani femministe torinesi non si erano accorte che la regressione storica  le avesse riportate indietro di un migliaio d'anni e che chiedere autodeterminazione equivalesse a compiere sacrifici umani, reato di eresia e stregoneria.

Parlando con Chiara, del collettivo femminista Mafalda, scopriamo che la manifestazione davanti alla curia torinese è stata indetta contro le modifiche della 194 proposte dal ministro Storace e che "il volantinaggio era stato organizzato davanti alla Curia e non davanti  a una chiesa proprio per evitare di offendere i credenti". Ma in questo revival medievalista, che sembra aver investito  l'Italia, dopo aver visto il grande inquisitore diventare Papa e il potere temporale (citando un presidente del Senato a caso, verrebbe in mente Pera) difendere strenuamente l'Occidente cattolico in pieno scontro di civiltà con le orde islamiche mancava di assistere al ritorno delle streghe.

Ora che abbiamo visto le denunce di "vilipendio alla religione", attendiamo i roghi in Campo de' Fiori. Se le streghe son tornate, d'ora in poi dovremo difenderci anche da loro e non solo dagli islamici che vogliono annientare la nostra civiltà. Le persone di maggiore cultura aspettano di sentire cosa ne pensa in merito la "Signora Fallaci".

Tra un'amenità e l'altra, si prepara il funerale della laicità dello Stato e per molti cattolici quello del Concilio Vaticano II. Senza scomodare fini teologi come Adriana Zarri, molti di noi guardano con preoccupazione all'involuzione reazionaria di Papa Benedetto XVI.

I credenti disperano per la deriva autoritaria di un papato sempre meno attento alla contemporaneità, alla povertà globale, al celibato dei preti e al sacerdozio femminile ma sempre più attento alle abitudini sessuali dei cittadini italiani.

I cittadini italiani sono disperati per le pieghe assunte dagli apparati di Stato in merito ai diritti civili. Se la Digos può fermare e schedare incensurati per il  semplice fatto di aver manifestato contro le ingerenze delle gerarchie ecclesiali, la libertà di espressione nel nostro paese è messa fortemente a rischio. Non ci resta che gridare "Tremate, tremate le streghe son tornate". E sperare che nuovi movimenti, in prima istanza quello femminista, rivitalizzino la nostra democrazia malata.
 

tratto dal sito APRILEONLINE