Elizabeth non è sola di Liliana Moro

Un piccolo libro, leggero, apparentemente fuori tempo, Un'estate da sola di Elizabeth von Arnim. Prezioso, invece, in questi nostri tempi bui per ritrovare il valore delle cose più semplici: un cespuglio fiorito, un'alba d'estate, una buona lettura.

Del resto, nonostante il progetto espresso nel titolo e all'inizio della narrazione, la protagonista di questo romanzo breve non è affatto sola: le presenze umane sono numerose, tratteggiate con poche parole, definitive e brucianti nella loro levità. A cominciare dall'amato Uomo di Rabbia, interlocutore di dialoghi che non sono mai scontati, poi i giardinieri, collaboratori/ostacoli nella grande impresa della costruzione del giardino, luogo di godimento visivo e mentale. E ancora le Tre, le figlie, bambine incredibili, con cui vengono intrecciati scambi di opinioni sul bene e il male, sulle figure della tradizione religiosa, sulla natura dell'aldilà che hanno tutto lo spessore di dibattiti etici e teologici.

Come in altri deliziosi romanzi della von Arnim, penso a Un incantevole aprile, i personaggi vengono delicatamente spogliati della loro ovvietà alla ricerca di una propria natura autentica, e in questo movimento si sciolgono i disagi e le tensioni di rapporti dolorosi o semplicemente difficili. Necessario a questo processo di svelamento è un ambiente esterno, un luogo in cui la natura si dispieghi in tutta la sua bellezza: un giardino affollato di specie colorate e fragranti, oppure una vacanza estiva in una piccola isola come in Elizabeth a Rugen.

Elizabeth von Arnim
Un'estate da sola 
Bollati Boringhieri,
2001, £ 24000.

E anche in Un'estate da sola un giardino -o piuttosto un ampio parco- è il luogo dove la narratrice e protagonista cerca la deliziosa compagnia di se stessa, una compagnia mai abbastanza apprezzata. Nella solitudine può realizzare il desiderio di ascoltarsi, godere il piacere furtivo di seguire i propri pensieri e giudicare con i propri criteri un mondo che segue altre logiche, logiche spesso disumane.

Il finale del libro narra il disagio prodotto dalla presenza in casa di un estraneo, il profondo fastidio prodotto dalla necessità di dialogare con una persona che appartiene a un mondo assolutamente distante, con cui non è possibile alcun confronto sincero. Sarà un caso che si tratti di un giovane ufficiale, di un militare?


Elizabeth von Arnim è lo pseudonimo di Mary Annette Beauchamp, nata in Australia nel 1866 e morta negli Stati Uniti nel 1941. Era cugina di Katherine Mansfield e amica di E.M. Foster. Crebbe in Inghilterra, sposò il conte H.A. von Arnim con cui visse in Pomerania. Dopo la sua morte, tornata in Inghilterra amò H.G. Wells e in seguito sposò Francis Russell, fratello di Bertrand. 
Un'estate da sola, The Solitary Summer venne pubblicato a Londra nel 1899.