Per la ASL di Milano non si può fare educazione sessuale nelle scuole

 

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COMUNICATO STAMPA di USCIAMO DAL SILENZIO

CANCELLATA L'EDUCAZIONE SESSUALE NELLE SCUOLE MILANESI. PER USCIAMO DAL SILENZIO UN GRAVE ARRETRAMENTO


Per trent'anni, nelle scuole dell'obbligo di Milano, i ragazzi e le ragazze hanno potuto avvalersi del confronto con gli esperti e gli operatori della Asl per accrescere la consapevolezza della propria sessualità e dell'importanza che una sana educazione su questi temi assume per contrastare la violenza contro le donne e affermare il rispetto reciproco nelle relazioni tra i due sessi.

Con la Circolare del 18 giugno con la quale la Asl di Milano vieta ai suoi medici di fare educazione sessuale agli studenti sotto i sedici anni, tutto il percorso di crescita individuale e collettiva è stato cancellato in un solo colpo, imprimendo un pesante arretramento rispetto a una conquista fondamentale.

Tutto era nato da un articolo apparso sul periodico cattolico "Tempi" il 5 maggio. Quella segnalazione è bastata a smantellare un lavoro lungo e appassionato.
Usciamo dal silenzio ritiene questa decisione gravissima e pensa, come hanno già sottolineato molti insegnanti, che si voglia impedire che gli studenti e le studentesse sappiano troppo di profilattici, malattie, interruzione di gravidanza e violenza maschile contro le donne. Ciò che è più grave è che la circolare impedisce anche il rapporto diretto con gli operatori dei consultori, che hanno come compito di legge proprio l'educazione sessuale, attività per la quale non è certo indicato un limite di età per gli utenti e le utenti.

E' importante sottolineare che le modalità di lavoro con le scuole e le visite dei ragazzi sono strutturate, validate e consolidate da anni, a seguito di studi e ricerche nazionali e internazionali, da parte di operatori formati ed esperti.
Ogni passaggio degli interventi ha i suoi motivi e le sue modalità ben codificate e circostanziate, ed è inammissibile un intervento che spazzi via anni di ricerca, di sperimentazione e di programmi realizzati da persone competenti e supervisionati da esperti, senza motivi scientificamente validi, ma solo per un rigurgito di falso moralismo bigotto.

La prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, dell'interruzione di gravidanza nelle minorenni italiane e straniere, e dei comportamenti a rischio nell'adolescenza, oltre che della violenza sessuale, si effettua attraverso modalità articolate che comprendono la sensibilizzazione delle famiglie, la formazione degli insegnanti e anche interventi diretti di personale preparato che sappia rispondere a tutte le domande, le curiosità e le provocazioni dei ragazzi e delle ragazze preadolescenti e adolescenti

Questa modalità di lavoro consente ai ragazzi e alle ragazze di conoscere e rispettare gli operatori competenti e di sapere quali sono i servizi ai quali possono e potranno rivolgersi per avere risposte di prevenzione e cura.
In particolare le visite ai consultori, la loro ubicazione e conoscenza diretta, la percezione di accoglienza e accessibilità, consentono a chi non proseguirà negli studi di essere informato sui servizi disponibili anche per il futuro.

Questi sono alcuni dei motivi per i quali Usciamo dal silenzio valuta l'iniziativa di limitare gli interventi dei consultori nella fascia di età della scuola media fino ai 16 anni un sicuro danno per la salute, per l'apprendimento della cura di sé e per la possibilità di riflettere sulle relazioni e sul rispetto reciproco in un'età sensibile e fondamentale per lo sviluppo.

Per Uds la circolare va immediatamente ritirata, anche in considerazione delle diffuse proteste che la decisione ha suscitato tra le/gli insegnanti, le studentesse e gli studenti e le loro famiglie.


Milano 27 giugno 2009

 

Primi commenti giunti via e-mail:

La CASA DELLE DONNE MALTRATTATE CONDIVIDE LE VOSTRE POSIZIONI.
SARA' DIFFICILE ANCHE PER NOI CONTINUARE NELLE SCUOLE IL LAVOOR DI PREVENZIONE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE.
MARISA GUARNERI

Condivido  dalla prima all'ultima riga quanto scritto, lo dico anche da insegnante.
Tanto per cominciare Lunedì farò un intervento in proposito in Consiglio comunale.
Patrizia Quartieri

Condivido l'urgenza e la gravità, per tutti i motivi già espressi con particolare preoccupazione per l'eliminazione di contatti diretti delle giovani e dei giovani con fonti di conoscenza e formazione diretta, unica alternativa per loro per scelte libere e consapevoli con il rispetto della loro privacy fin dentro la famiglia, tappa necessaria e indispensabile per uno sviluppo sano e votato a una adultità dignitosa e autonoma. In poche parole mi sembra una subdola forma di segregazione.
Anna Maria Spina
del COORDINAMENTO NAZIONALE UDI

 

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