"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi". Voltaire Di solito quando si parla di memoria e di emozione si pensa al tempo, mentre per Giuliana Bruno - teorica napoletana che insegna ad Harvard quel che conta è lo spazio e il rapporto sentimentale con la geografia: raccontare paesaggi naturali e urbani come atmosfere dellanimo, come esperienza vissuta, come emozione. Dalle periferie milanesi ai paesaggi indiani, ai bar "marginali" di Berlino: la realtà viene ridisegnata dalle suggestioni. Nasce così la geografia emozionale, una mappatura dei luoghi di cui si fa esperienza, una geografia che coinvolge la sensibilità. Nel 1645 Madame de Scudéry, per illustrare il suo romanzo Clélie, disegnò una mappa intitolata "Carta del paese della tenerezza" (riprodotta nella copertina del volume). Era il tentativo di dare immagine a un paese interiore o a una "geografia del cuore", seguendo il moto delle emozioni attraverso paesi, lande, fiumi, laghi, mari, isole, montagne. La Bruno, filosofa di formazione, riprende quella mappa come modello della sua teoria e, partendo dal presupposto che ogni viaggio sollecita locchio ma anche una più sottile e complessa rete di stimoli intellettuali, sentimentali e fisici, fonda le basi della sua geografia emozionale, ritenuta oggi dagli esperti di arti visuali la più innovativa tra le tendenze estetiche. La geografia emozionale interessa molti ambiti disciplinari: dalla pittura alla fotografia, dal cinema allarchitettura, dalla letteratura alla psicoanalisi: tutto limmaginario che mette in relazione il viaggio e lidentità delle persone. Originaria di Napoli, dal 1980 Giuliana Bruno vive a New York. Professor of Visual and Environmental Studies presso lUniversità di Harvard, è autrice di numerosi saggi tra cui il pluripremiato Rovine con vista: Alla ricerca del cinema perduto di Elvira Notari (1995). Atlante delle emozioni, presentato nei principali musei e nelle più prestigiose istituzioni culturali del mondo tra cui il Jewish Museum di Libeskind a Berlino e la Tate Modern a Londra, ha ricevuto vari premi e riconoscimenti internazionali, tra cui, nel 2004, il "Kraszna-Krausz Moving Image Book Award in Culture and History", come "migliore libro del mondo sulle immagini in movimento". Marina Warner lo ha indicato come "Migliore libro dellanno" nella classifica 2003 di "The Guardian". Nel 2004 "Choice", la pubblicazione dellAmerican Library Association, lo ha insignito dell"Outstanding Academic Title".
Giuliana
Bruno 1-12-2006 |