Non c'è sinistra senza femminismo


No agli Stati Generali, vediamoci alla Sala della Pallacorda

Che sinistra può nascere se le pratiche continuano a essere quelle che hanno ucciso la sinistra?
Che sinistra può essere se le molte parole spese dai leader per spiegare i processi servono soltanto a camuffare la logica degli accordi di vertice e non ad avviare una  nuova politica? Noi non ci stiamo. Vogliamo altro.
Sentiamo davvero la responsabilità di lavorare per una sinistra che sia nelle mani dei soggetti, aperta alle culture critiche, ai movimenti e alle  esperienze.
La nostra azione oggi è la critica a un progetto di sinistra che si  costruisce ancora una volta  sul  tentativo di neutralizzare, cooptandola,  ogni domanda di cambiamento posta agli uomini. Continuate a considerare il femminismo una delle tante questioni da mettere  nella lista della spesa. Non è così. Il potere degli uomini sulle donne è stato l'atto di nascita della politica. Non vogliamo che si ripeta. Senza il  femminismo e i movimenti lesbici, transessuali e gay, non c'è sinistra. Su  legge 40, Unioni civili, laicità, autodeterminazione dei soggetti si può o no aprire una crisi di governo?

E' per questa ragione che ora ci autoconvochiamo in un'assemblea aperta a  tutte le donne e a tutti gli uomini che condividono le nostre esigenze.

Femministe autoconvocate

 


NON C'È SINISTRA SENZA FEMMINISMO

Una nuova politica è possibile

Ieri, di fronte alla lettura del documento 'Non c'è sinistra senza  femminismo' questa assemblea è rimasta perplessa e silente.
Il nostro non era un atto folkloristico o una delle tante denunce che le organizzazioni di sinistra sono abituate ad assorbire.
Ci siamo autoconvocate trasformando il workshop 'Libertà, Laicità e Diritti civili' in un'assemblea aperta che, dopo un primo momento di conflittualità è diventata un vero luogo di scambio, di riflessioni e comunicazione di pratiche. E' stato un atto di quella politica che vogliamo:
una politica che quando si mette in discussione produce trasformazione. E' così che un ambito un po' blindato con facilitatori designati dall'alto è diventato capace di connettere le tematiche della laicità e dei diritti civili con la necessità di una radicale trasformazione dei modi e dell'organizzazione dell'agire politico.
Si è resa evidente l'indispensabilità per il nuovo soggetto politico - pena la morte certa all'atto della nascita – di un mutamento profondo delle logiche, delle relazioni, dell'esercizio del potere.
Abbiamo sperimentato che contestare le pratiche non condivise non solo non è sterile ma crea energie, entusiasmi, apre l'orizzonte alla possibilità di poter fare finalmente quello che teorizziamo.
Per questo abbiamo rifiutato gli interventi che ci erano stati proposti e chiediamo che questa assemblea si apra e si trasformi in un luogo di scambio vero.
Iniziamo qui ed ora una nuova prassi perché sappiamo che solo così una nuova politica è possibile.

Femministe autoconvocate

Roma, 9 dicembre 2007