Ippolita Avalli, Mi manchi

di Liliana Moro

Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, dove Ippolita Avalli usa con intelligenza il meccanismo classico della ricerca, della necessità di andare a ritrovare uno scomparso, con la suspence che ne consegue.
Qui lo scomparso è nientemeno che il figlio amatissimo di una madre single. Sola per scelta, ha trovato nel figlio la ragione della vita – come avviene anche per tante madri non single.
Dunque la ricerca del figlio smarritosi a Londra, appena arrivato e proprio il giorno del suo diciottesimo compleanno, è un viaggio alla ricerca di se stessa.

Il passato, una giovinezza tumultuosa e un’infanzia solitaria, si intreccia con l’ansia del presente: gli anni Settanta del secolo scorso e i primi del nuovo millennio risultano efficacemente illuminati dall’inevitabile raffronto. La gioia di vivere, l’allegria della trasgressione dei giovani di allora  e l’impaccio, il silenzio di quelli di oggi. Ma si tratta sempre di vite tirate, senza sconti, vissute in una ricerca continua di evitare errori in cui sovente si ricade.
E allora il destino della madre, che girava con i volantini nel tascapane e incontrò l’amore fuggendo dalle cariche della polizia, è lontano da quello del figlio che gira con una sacca con teschio d’argento ad esibizione della sua adesione al fascismo, e tuttavia le due immagini si sovrappongono. Ma non è un romanzo storico, né politico, anche se la ricostruzione del clima degli anni Settanta e Ottanta, ne è uno degli elementi di interesse.

Il nodo centrale è il legame madre-figlio, descritto nella sua esclusività, perfino con una valenza mistica. Fino allo scioglimento finale.

“Non credo sia giusto che un genitore smetta di vivere per tirare su un figlio. Per voler bene a qualcuno dobbiamo prima di tutto voler bene a noi stessi.”
Parole di saggezza che, certo non per caso, sono proposte alla protagonista da un personaggio che proviene da una cultura orientale e ha trovato un suo spazio e un equilibrio dopo il trauma dell’emigrazione. L’unico personaggio maschile positivo, un maschile visto con fortissima ambivalenza, a partire dal figlio appunto, mentre la solidarietà tra donne è un nucleo di grande solidità e conforto nella vita passata e presente.

 

Ippolita  Avalli
Mi manchi
Pagine: 224, Prezzo: Euro 16
Feltrinelli, 2008

 

16-06-2008

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