Lontano da lei
(Away from her)

di Gemma De Magistris


"Dance Me to the end"
di Jack Vettriano

E' il primo film girato e sceneggiato da Sarah Polley. L'attrice ha dimostrato bravura e sensibilità recitando in film decisamente particolari: "Il mistero dell'acqua" della regista Kathryn Bigelow, "La mia vita senza di me" e "La vita segreta delle parole" entrambi di Isabelle Coixet.

Per il suo esordio di regista e sceneggiatrice ha scelto un racconto della scrittrice canadese Alice Munro "The bear came over the mountain" dalla raccolta "Nemico, amico, amante". E' la storia di una donna ancora giovane che viene colpita dal morbo di Alzheimer e decide il ricovero in una casa di cura.

Si tratta di una storia sicuramente drammatica ma, paradossalmente, mi sembra che la malattia sia una sorta di pretesto poichè c'è molto altro.
E' un film sui rapporti, certo sul rapporto coniugale, ma anche sulle relazioni o "simpatie" che si creano nella clinica e che vengono dimenticate col progredire della malattia ma anche sulla fedeltà, non solo quella nell'ambito di un matrimonio in cui molto è stato attraversato e perdonato, ma soprattutto sulla fedeltà a se stesse.

La protagonista, Fiona (una splendida Julie Christie candidata all'Oscar 2008) è donna fedele a sè nella propria libertà di scelta. E' lei che, nel presente sceglie il ricovero, come nel passato ha scelto il compagno e poi l'inizio di una nuova vita alla fine della carriera accademica del marito condita da qualche avventura senza importanza con le sue studentesse.

Fiona è donna "franca, ironica, gentile" è "una vera signora" come afferma la sua disponibile infermiera. Ed è fedele a sè anche mentre perde la sua identità insieme ai ricordi ed al contatto con la realtà mentre le sue sinapsi vengono attaccate dal morbo.

Ha sempre creduto che dovesse esserci un posto familiare "che conosce, magari desidera vedere ma dove non andrà mai". Forse è quella Islanda da cui proviene la sua famiglia e di cui il marito narra le mitologie norrene, forse no, forse un luogo dell'anima, quell'intimo luogo impenetrabile cha appartiene solo a lei.

Bellissima la fotografia che coniuga il paesaggio canadese coprotagonista nella narrativa della Munro alla vicenda, fedeli i dialoghi che risulteranno familiari alle lettrici ed ai lettori della scrittrice ed infine curata ed appropriata la colonna sonora sia quando si tratti di Bach che di Neil Young.

19-02-08

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