Per Baghdad

di Valeria Consoli

 

 

Vegliavano i sapienti
sulle tue notti stellate
come smalto d'Oriente.

Sguardi amorosi
si intrecciavano furtivi
al canto degli usignoli
e allo sgorgare delle fontane
nei tuoi giardini pensili,
come un tempo a Babilonia,
mentre Sherazade
ammansiva con la sua voce
il crudele Shariyar.

Alla corte di Harun al Rashid
si traduceva in Arabo
il pensiero dei Greci.

Oggi, la civiltà
non arriva più dall'Occidente,
da cui spirano
venti di guerra.

Salva i tuoi figli, Baghdad!
Non lasciare che l'ala nera della morte
sfiori i loro volti innocenti,
non permettere
che il tuo popolo cada sotto la schiavitù del tiranno!

Oggi la tua Sherazade
non racconta 'Mille e una notte'
a Shariyar, amato ed odiato;

Shirin, la bella, piange
sul suo amore offeso;
squarciandosi le vesti,
mostra la ferita indelebile
del suo seno scultoreo.

Salva i tuoi figli, Baghdad!
Non far sì che pagine e pagine di storia
brucino per mano di un'invisibile scala Fahrenheit
tra il fumo e le fiamme dei missili Cruize.

Baghdad, salva i tuoi figli!

 

20 marzo 2003