Dell’amore e della rivoluzione necessari

di Anita Sonego

In tempi di “passioni tristi”  un poeta ultraottantenne ci regala la storia di una passione totale come quella che, forse, alcuni di noi hanno provato in preziosi e rarissimi momenti quando, come per magia, i giorni tenevano assieme il desiderio del corpo e quello di rivoluzione, il piacere delle discussioni teoriche assieme a quello provato a  20 centimetri di distanza da Jimy Hendrix che, suonando la chitarra non solo con le mani, diffondeva erotismo contagioso.

In  Da A a X  lettere di una storia  l’artificio letterario del ritrovamento, in una cella abbandonata, delle lettere d’amore, diventa la chiave per entrare nel mondo/nei mondi dove, con determinazione, si alimenta quanto c’è di più prezioso del vivere umano: la libertà, la dignità, la dedizione totale all’amore per l’altro/l’altra, per la giustizia, per gli ultimi, per la bellezza, i sogni, le stelle, i fiori...

L’uomo in carcere, il destinatario, scrive, sul retro di quelle lettere, considerazioni ed appunti.
Nasce così un controcanto fatto soprattutto di riflessioni politiche. Proseguendo, però, chi legge diventa sempre più consapevole della politicità dei sentimenti amorosi e della amorosità dell’impegno politico.

John Berger ci porta vicini al nodo misterioso della vita: quella degna di essere vissuta dove, inestricabilmente, troviamo annodati la materialità dei sentimenti e la spiritualità dei corpi, la poesia di “una pala(che) rigirava il cemento con un rumore frusciante”e la scientificità del tango. Il tutto sintetizzato in un pacco inviato in carcere da A’ida a Xavier : “..ci ho messo Marlboro, Zambrano, menta verde, caffè”. L’amore tiene assieme gli opposti; rompe le vecchie misure del tempo e dello spazio. La vita delle strade del villaggio, delle stanze sui tetti entra nella cella e ne forza le dimensioni.

Ma dove siamo? In Medio Oriente? In Sud America? Nel Nord Africa?
A’ida si rivolge all’amato con diminutivi spagnoli ma anche arabi.
Siamo nel paese di tutti gli oppressi, gli ultimi, i segregati. Dove arrivano gli elicotteri Apache a bombardare, i carri armati a minacciare, le jeep a sequestrare. Palestina? Centro America?  Forse anche Congo, Sudan o..Vietnam, Angola, Algeria..
Ma la violenza, il dominio delle armi, le carceri, le bombe a grappolo “non possono fare un bel niente” di fronte alle canzoni di chi resiste, di fronte alla passione per la vita, “la luce del sole, il chiarore delle stelle in una notte scura, la luna piena, i frutti estivi…la lingua notturna dei poveri”.

I due protagonisti giganteggiano:
A’ida porta le sue giornate, l’amore, il tango, la passione, la resistenza, la luce dentro la cella dell’amato mentre cura bruciature, estrae pallottole, distribuisce farmaci e rimedi.
Xavier, il recluso, spazia sul mondo e ci mostra il miliardo di persone che non hanno accesso all’acqua potabile. Accoglie nella sua cella di due metri e mezzo per tre Evo Morales. Denuncia la Delocalizzazione e l’industria della Paura. Immagina la donna amata tra “un azzurro persistente”.

Un libro che ha molti livelli di lettura: L’amore e l’assenza. Il dominio e la dignità di chi resiste. La violenza dei ricchi che costruiscono “muri di cemento, di sorveglianza elettronica, campi minati, frontiere armate, disinformazione mediatica ed infine il muro del denaro..” e l’inafferrabilità dei poveri.
Alla fine dell’epistolario A’ida ringrazia il suo ‘guapo’ “del giardino di gelsomini che non so come mi hai mandato” e in quel giardino si corica…

Quale donna non ha sognato, una volta, di dormire tra il profumo sensuale dei gelsomini?
E’ questa la magia dell’amore: la sua capacità di realizzare i nostri sogni.
Per questo, forse, chiudendo questo libro prezioso nasce un dubbio: “Non sarà perché non viviamo l’amore che non abbiamo ancora fatto la rivoluzione?”

 

John Berger,
Da  A  a  X
Lettere di una storia,
a cura di Maria Nadotti
Libri Scheiwiller, 2009
€ 18, pagg.224

 

24-04-2009

 

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