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Comunità di pratica e riflessione pedagogica e di ricerca storica, Cambia il mondo cambia la storia, Milano, 2002, Euro 7,50 |
La loro lettura
fornisce una confortante sensazione di ricchezza: molte donne in luoghi
diversi hanno lavorato seriamente in questi anni a scoprire e rivisitare
figure e contesti storici più o meno lontani nel tempo e ora sono
in grado di formulare interpretazioni e proposte di lavoro nella scuola,
nell'università e nella ricerca. Un lavoro che si pone decisamente
come politico, nel senso pieno di volontà di cambiamento del mondo
e della sua rappresentazione. Lo studio di Graziella Bernabò su Antonia Pozzi testimonia un modo affascinante di ricostruire il profilo di una donna degli anni Trenta attraverso non solo gli scritti ma anche le parole di altre donne che disegnano la trama di relazioni entro cui si è mossa la sua vita e la sua libertà di gestire "il conflitto tra esigenze culturali e creative da una parte e obblighi di ruolo dall'altra". Maria-Milagros Rivera Garretas ha, tra l'altro, proposto una interpretazione inedita delle "Madonne con bambino" gotiche, una lettura che nasce dalla consapevolezza di un punto di vista cambiato, di rottura con la tradizione storiografica maschile che annulla o stravolge la presenza femminile nella storia. A questo proposito Rivera Garretas, docente di Storia medievale all'Università di Barcellona, parla di "asfissia" sofferta durante i suoi studi. La discontinuità
della storia delle donne, il suo andamento carsico, è stato uno
dei temi posti in apertura da Marirì Martinengo e molte delle intervenute
lo hanno preso in considerazione sotto angolature differenti. Come Brancadori,
molte hanno riferito di ricerche collettive, attività di gruppi
sparsi in varie città: Verona, Bologna, Foggia, Brescia, Palermo,
e altre, realtà collettive tutte in relazione con la Libreria
della Donne di Milano, che coltivano la passione per la storia e cercano
di coniugarla nell'insegnamento, a volte con esiti davvero interessanti. Diversi sono stati i contributi su movimenti e figure lontani nel tempo: Ildegarda di Bingen, le trovatore del XII secolo, le fondatrici di città venete ricordate da Tiziana Plebani, le preziose del Seicento, ma non si è trattato di una riflessione fuori dal presente. Da un lato per l'urgere delle tragiche vicende del momento (si era a pochi giorni dall'11 settembre), dall'altro, più profondamente, per una attenzione all'oggi e alle giovani generazioni: come ha puntualizzato Luisa Muraro la trasmissione può avvenire solo se c'è un "senso vivo" del passato, ricostruito con passione e con soggettività, senza temere il sorgere di conflitti, che sono distruttivi solo se non sono nominati, perché "nominare il conflitto ( ) impedisce il formarsi degli schieramenti" e sono questi ultimi a generare le guerre. Marirì Martinengo, Laura Minguzzi, Marina Santini, Luciana Tavernini, Donatella Massara, Alessandra De Perini |