Per un piano nazionale di educazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere

di Maria Grazia Campari


Premessa

In questa fase, la globalizzazione economica esercita un influsso prepotente sulle vite di tutte/i, donne e uomini.
Le donne, in particolare, subiscono l’esito infausto del nesso fra egemonia del mercato e politiche familistiche (uomo individualista economicamente indipendente, donna dipendente al servizio della famiglia) al quale fa seguito la diffusione di valori morali e giuridici di stampo fondamentalista, implicanti una negazione di libertà in primo luogo per le donne, poi per tutti per la indivisibilità di questo valore.
Questo ordine determina la negazione di qualsiasi relazione fra soggetti dotati di pari valore,svalorizza l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne, nega loro fondamentali diritti della personalità. Attraverso il richiamo a valori religiosi dichiarati indisponibili, nega l’autogoverno laico delle vite e avvolge tutte in una rete intessuta di nodi autoritari.
Questo ordine comporta, inoltre, precise ricadute sull’integrità e sulla vita stessa delle donne: dai gesti quotidiani di disvalore, alla inesistenza di autonomia decisionale sul proprio corpo (sancita da leggi e regolamenti), alla persecuzione con violenza, fino all’uccisione di chi ha scelto di reggere il filo della propria vita con le proprie mani, senza affidarsi ai ruoli imposti dalla tradizione e dalla cultura maschile.
La violenza, anche quando abbia luogo fra le mura domestiche, non è un fatto privato sulla cui origine i Poteri pubblici possano stendere un velo di silenzio e disinteresse, oppure tentare di porvi rimedio attraverso la scorciatoia del solo diritto criminale, inasprendo la previsione di pene.
Come in altri Paesi europei (Spagna, ad esempio), le istituzioni sono chiamate ad intervenire nella consapevolezza che è lo svantaggio sociale femminile il dato di base all’origine della violenza e che esso va rimosso con sistemi adeguati.
Occorre pensare ad un piano nazionale di acculturamento e sensibilizzazione rivolto a tutti; occorre una costante vigilanza sulla sua osservanza e applicazione; occorre un piano legislativo che contenga un forte ed esplicito messaggio culturale e politico per un cambiamento delle relazioni fra donne e uomini. Una legge onnicomprensiva che evidenzi l’origine sessista della violenza insita nella discriminazione contro le donne, che evidenzi l’importanza della visibilità e della prevenzione per un problema da considerarsi grave problema sociale e da risolversi in tempi ragionevolmente rapidi da parte dei Poteri pubblici.

Seguono alcune proposte che, volutamente, prescindono dall’intervento penale, considerato quale rimedio solo successivo e non risolutivo del problema, riservato eventualmente agli esperti di settore.

Proposte di intervento integrato multidisciplinare

La Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’intervento dei Ministeri competenti (Sanità, Giustizia, Istruzione, Interni, Pari Opportunità), dovrà avviare un piano nazionale di sensibilizzazione e prevenzione della violenza di genere che comprenda almeno i seguenti aspetti.

Introduzione e pubblicizzazione di una nuova scala di valori fondati sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, uguaglianza fra uomini e donne, esercizio della solidarietà e della accoglienza, in un quadro di civile convivenza.
Tale scala di valori sarà rivolta a uomini e donne attraverso un lavoro multiculturale posto a carico di tutti i pubblici poteri coinvolti. Dovrà prevedere un programma di istruzione complementare e di formazione ad hoc per tutti i professionisti in qualsiasi modo destinati ad intervenire in situazioni caratterizzate dall’esercizio di violenza contro le donne.
Il programma di educazione/formazione sarà controllato da una Commissione di esperti di nomina parlamentare, che dovrà essere rappresentativa di tutti gli orientamenti politico-culturali e dovrà vedere la presenza di professionisti di riconosciuta esperienza, rappresentanti istituzionali e singoli esponenti di ONG e associazioni dotati di comprovata pluriennale capacità di intervento nel campo
Promozione e cura da parte dei pubblici poteri centrali e locali di campagne di informazione e sensibilizzazione tendenti allo scopo di prevenire la violenza di genere.

Principi per il sistema educativo

Il sistema educativo comprenderà fra i suoi obiettivi la formazione al rispetto dei diritti e libertà fondamentali, di uguaglianza, disponibilità all’accoglienza e soluzione pacifica dei conflitti.
Allo scopo di garantire l’uguaglianza effettiva fra uomini e donne sarà precisa responsabilità e onere del ministero e degli organi scolastici competenti che nei materiali educativi di ogni ordine e grado siano rimossi stereotipi sessisti e che venga promosso il pari valore di uomini e donne.
Anche per i docenti dovranno essere previsti piani di formazione che includano la educazione specifica in materia di uguaglianza, al fine di assicurare loro specifiche competenze e conoscenze tecniche indispensabili a:
1. incoraggiare capacità che portino all’esercizio di diritti e obblighi uguali per maschi e femmine nell’ambito sia pubblico che privato.
2. individuare precocemente situazioni di disagio o violenza nella sfera famigliare e intervenire in forma istituzionalmente corretta ed efficace
3. educare alla soluzione non violenta dei conflitti.

Principi per il settore della comunicazione e della pubblicità

E’ da considerare illecita la pubblicità che utilizza l’immagine femminile in modo vessatorio e discriminatorio.
Le Amministrazioni e le Autorità Pubbliche a livello statale e locale dovranno vigilare affinché mezzi di stampa e audiovisivi adempiano l’impegno di garantire un modo di trattare la figura femminile che sia conforme ai principi e valori costituzionali.
In ambito statale, regionale e comunale dovranno essere individuati Organismi preposti alla vigilanza autorizzati ad esercitare azioni giudiziarie urgenti aventi lo scopo di ottenere dall’Autorità Giudiziaria Ordinaria l’interruzione e/o la soppressione della pubblicità e delle immagini illecite perché contrastanti con le indicazioni sopra estese.

I mezzi di comunicazione dovranno rimuovere tutti gli aspetti che favoriscano la situazione di disuguaglianza della donna e promuovere d’intesa con i Pubblici Poteri, campagne di sensibilizzazione verso l’uguaglianza fra i sessi e per la repressione della violenza di genere.

Principi per il settore sanitario

Le Amministrazioni centrali e locali avranno il compito di sostenere e favorire le azioni degli operatori sanitari volte alla rilevazione precoce della violenza di genere e di proporre le misure necessarie ad ottimizzare il contributo del settore sanitario nella lotta contro questo tipo di violenza.
Dovranno sviluppare programmi di sensibilizzazione e formazione continua del personale sanitario allo scopo di promuovere la diagnosi precoce e l’assistenza e il sostegno delle donne vittime di violenza
Dovranno quindi provvedere, anche tramite gli istituti preposti, alla introduzione nei corsi di studio e formazione professionale di insegnamenti orientati al fine sopra enunciato.

I diritti delle donne vittime di violenza di genere

I principali diritti per le donne vittime di violenza sono quelli all’informazione, assistenza sociale e legale; essi costituiscono la condizione minima necessaria al reale godimento delle garanzie costituzionali di libertà, inviolabilità e sicurezza; essi saranno pertanto assicurati, senza condizioni nè preclusioni, a qualunque donna residente nel territorio italiano.
Le Amministrazioni pubbliche (centrali e locali) dovranno predisporre servizi in grado di corrispondere alle vittime di violenza informazione completa, assistenza medica e psicologica, sostegno sociale, supporto legale e, in generale, assistenza adeguata alle loro condizioni personali e sociali.
Si tratta di un’opera di soccorso e accoglienza multidisciplinare che ricomprende: informazione alle donne interessate, attenzione e sostegno sociale, supporto giudiziario, appoggio in materia di formazione e inserimento professionale.
Tali prestazioni richiederanno una collaborazione integrata di vari settori pubblici: servizi sanitari, di polizia, legali e giudiziari, scolastici e formativi.
Tutta l’assistenza sarà gratuita.
Per le donne vittime di violenza e per i loro figli dovrà essere inoltre previsto un aiuto economico adeguato ai loro bisogni esistenziali e dovrà essere messa a disposizione un’abitazione protetta.

 

Compiti istituzionali

I Ministeri interessati (Sanità, Giustizia, Interni, Istruzione, Pari Opportunità) dovranno  curare la costituzione nell’ambito degli addetti alla giustizia, polizia e del personale sanitario di unità specializzate nella prevenzione della violenza di genere, nella protezione delle donne esposte a tale rischio, nella repressione rapida di comportamenti violenti e/o intimidatori , nella cooperazione alla effettiva applicazione delle misure cautelari e repressive adottate dagli organi giudiziari.

Dovranno essere predisposti anche protocolli che assicurino una azione globale e integrata, uniforme in tutto il territorio nazionale, fra le diverse Amministrazioni centrali e locali e i vari servizi ad hoc che ne dipendono.

 

21-01-2008