Giulia Carcasi, Io sono di legno

di Liliana Moro

 

Sono le voci di una madre e di una figlia quelle che ci parlano in questo romanzo attraverso il diario  dell’una e i ricordi-lettera dell’altra. Il tema, però, non è principalmente il rapporto madre-figlia ma tutta una gamma di affetti, emozioni, pensieri, dolori e piaceri. In qualche modo entrambe le protagoniste cercano, a fatica e con coraggio, di districare quel nodo che è l’adolescenza, età cruciale di formazione e di scelte.

L’adolescenza disincantata e rude di Mia, la figlia, all’ultimo anno di liceo, che attraversa la vita di corsa: in sella al motorino dell’amica, nei locali dove fa tardi il sabato sera, cercando di dimostrare agli uomini che incontra, ma soprattutto a se stessa, di “essere di legno”, immune dal sentimento. Quei sentimenti che ha visto rovinare la vita di troppe donne. Quei sentimenti che vede estranei alla madre, Giulia, che pure si mostra “di legno”.

La voce di Giulia apre il racconto e parte sommessa, quasi da semplice contrappunto al mondo misterioso della figlia che la sfugge. E allora inizia la trasgressione: una prima leggendo il suo diario, una seconda scrivendo di sé e svelandosi.

Un’infanzia e un’adolescenza degli anni Settanta prende corpo dai ricordi della madre, e subito appare il grande contrasto con quella di oggi, un abisso separa le due generazioni per molti versi: i comportamenti in famiglia, la disponibilità del proprio tempo, il rapporto con lo studio, i confini tra lecito e illecito nei rapporti tra i sessi. Le scarpe pesanti della madre e la moto della figlia.

Invece il mondo nascosto, più che mai segreto, dei sentimenti e delle passioni è intatto, non ha subito trasformazioni. I trasporti, gli slanci, la vulnerabilità sono le stesse. Le due donne sono accomunate dalla sincerità, dalla dirittura: non vogliono dissimulare, falsare le proprie pulsioni, per ciò cercano di costruirsi una scorza, ripararsi dai colpi devastanti degli affetti più intimi, tanto più devastanti quanto più intimi.

Ma il desiderio scompagina le carte e le difese si rivelano fragili.

Romanzo intrigante per l’intrecciarsi di temi e di situazioni, affidati a una prosa agile e a tratti sorprendente:
Il mare è logorroico, non ce la fa proprio a stare zitto. Tu sei lì che vuoi stare per i fatti tuoi, che vuoi farti un giro nei tuoi discorsi e lui insiste,  ti bagna i piedi, s’intromette,  richiama attenzione.

Allora lei non sa cosa dire, guarda il pavimento, le devono essere cadute le parole.
E mi metto a guardarlo anche io il pavimento, per vedere dove sono finite quelle parole, per raccoglierle

 

Giulia Carcasi, Io sono di legno
Feltrinelli, 2007, pagg. 140,  €11