CRONACHE DI MORTI ANNUNCIATE
del Forum permanente delle donne di Certaldo

In una settimana, come in un mese qualunque dell’anno, in diverse regioni d’Italia tre donne d’età, condizioni e situazioni diverse sono state massacrate e uccise. Solo di una non si conosce ancora l’assassino, le altre due sono vittime dei loro mariti o amanti.

 

Sentiamo molte analisi sociologiche e psicologiche sulla personalità dell’assassino, sul contesto in cui il delitto è maturato, e perfino sulla “dubbia” vita della vittima, come se questo fosse un attenuante, sulla società in cui si sviluppa la violenza e sugli ammortizzatori emotivi costruiti dalla televisione e dal cinema che rendono insensibili bambini e adulti davanti ad atti efferati di violenza e di sangue.

 

E’ doloroso vedere come nelle analisi è completamente assente l’elemento centrale del problema e cioè che la violenza colpisce soprattutto le donne e che prima di tutto i delitti si spiegano con la mancanza di rispetto per la libertà, l’autonomia, le decisioni e il corpo delle donne, dalle bambine anche neonate fino alle anziane.

 

Quindi se ne parla senza parlarne, si descrivono minutamente i dettagli del cadavere, della scena e del luogo mettendone in risalto gli aspetti più macabri e morbosi, ma non si fa mai riferimento alla cultura maschile e paternalistica dominante secondo la quale i maschi si sentono sempre in diritto di punire, aggredire, violentare e uccidere le donne. Perché spesso quando una donna prende decisioni che contrastano la volontà degli uomini, questi si sentono in diritto di punirla anche con la morte. E spesso la donna vittima di violenza è addirittura trattata come se “l’avesse cercata o meritata”.

L’elemento comune ai tre delitti è proprio questo: tutte e tre le vittime hanno detto NO alle richieste dei loro assassini.

 

SECONDO IL RAPPORTO EURES SUGLI OMICIDI IN ITALIA 2003 (DATI RELATIVI AL 2002), SU 634 OMICIDI COMMESSI NEL 2002, 223 (35,3%) SONO AVVENUTI IN FAMIGLIA.
SU 223 OMICIDI AVVENUTI IN FAMIGLIA, IN 141 CASI (63,2%) LA VITTIMA È UNA DONNA. GLI AUTORI DEGLI OMICIDI DI DONNE IN FAMIGLIA SONO: NEL 41,8% DEI CASI IL CONIUGE O CONVIVENTE; NEL 12,1% UN FIGLIO; NEL 10,6% IL PARTNER/AMANTE; NEL 9,9% L'EX CONIUGE/EX PARTNER; NEL 9,2% UN GENITORE.

 

Noi donne in particolare, davanti a questi fatti, siamo chiamate ad una grande responsabilità: quella di trasmettere ai nostri figli, mariti, fratelli, padri e nipoti, fidanzati e amici, una cultura ed un’educazione fondate sul rispetto fra i sessi e per il corpo e la persona delle donne, condannando risolutamente tutti i comportamenti maschili che offendono e ledono i diritti della persona e delle donne, denunciando gli abusi d’ogni tipo.

 

Ci aspettiamo che questa stessa responsabilità venga assunta pienamente dal governo, dalla scuola e da tutte le istituzioni.

 

F O R U M  P E R M A N E N T E  D E L L E  D O N N E

CERTALDO, MAGGIO 2006