Il reattore 4 di Cernobil esplose, facendo saltare un coperchio del peso di 1200 tonnellate. Si formò una colonna di gas e e di materiale radioattivo alta 1 km. Per spegnerla occorsero 12 giorni. In seguito si calcolò che fossero stati diffusi materiali radioattivi pari a 12 milioni di Tbq ( bequerel): circa 200 volte la bomba di Hiroshima. Furono mobilitati per spegnerlo militari e minatori: chiunque restava più di tre minuti nei pressi della centrale sapeva di essere destinato a morire. Le dosi radioattive erano infatti letali. Dato che, per il calore, gru e robot non funzionavano, molti usarono solo pale e scavarono a mani nude, e, nel migliore dei casi, con la sommaria protezione di un grembiule di piombo. A distanza di venti anni il bel libro inchiesta di Silvia Pochettino, dal titolo “ Chernobyl, una storia nascosta” , racconta se non tutte, alcune delle verità finora accuratamente taciute da media e autorità. Cifre esatte non ce ne sono: in troppi sono interessati a sollevare polveroni dentro cui tutto diventi più o meno incomprensibile. Tuttavia chi vuole può – almeno – farsi un’idea, sia pure a distanza di anni, di ciò che è realmente accaduto. La radioattività non si vede: è difficile capire che può essere pericolosa e accumularsi nel tempo. Per di più, è una scoperta relativamente recente. Dei 600 mila ‘liquidatori’ – cioè degli uomini che si sono sacrificati per gli altri costruendo il sarcofago per incapsulare il nucleo impazzito della centrale – un terzo sono invalidi e molti sono morti. Rispetto a Hiroshima e Nagasaki il tipo di contaminazione è stato molto diverso: a Cernobil non c’è stata esplosione atomica nell’aria, ma l’incendio è durato 12 giorni consecutivi, perciò la contaminazione sul terreno è stata molto superiore: solo per il cesio 137 è stata 80 volte più che in Giappone. Il cesio 137 è una sostanza che non si trova in natura e ha tempi di dimezzamento di trenta anni. Gli abitanti in seguito evacuati dalle zone a inquinamento ‘mortale’ sono stati circa 370mila. Silvia Pochettino fa un racconto emozionante delle vite di alcuni uomini coraggiosi, e dei loro sforzi per convincere le autorità a fare qualcosa di più del semplice ‘monitoraggio’ dei malati. Racconta anche le loro sofferenze ( incidenti d’auto provocati, malattie da radiazioni, carcere, minacce , suicidi) con una intensità emotiva che dà a questo libro inchiesta le caratteristiche di un romanzo. Oscuro - per non dire di peggio – risulta purtroppo anche il ruolo dell’OMS e dell’ UNSCEAR ( comitato scientifico dell’ONU). L’AIEA ( Agenzia Atomica Internazionale) è rimasta attestata alla cifra ufficiale di 31 morti durante lo spegnimento dell’incendio e neppure questa è ‘trapelata’ con facilità! I danni economici di Cernobil, -solo in Bielorussia, la regione più colpita – ammontano a 235 miliardi di dollari, cioè all’equivalente del budget di una trentina di piccoli stati messi assieme. Gli studi fatti indicano, specie tra i bambini delle aree più contaminate, un impressionante aumento del numero di tumori alla tiroide, oltre a casi di diabete insulinodipendente e a un’alta incidenza di malattie cardiovascolari e altri generi di disturbi. Ci sono zone dove il 70% dei bambini è malato. Per non parlare solo di cose negative si può dire che – tra i molti studi fatti – si è scoperto che la pectina ( una sostanza contenuta nelle mele) aiuta a eliminare più in fretta il cesio dall’organismo: un po’ poco, dati i miliardi di eurodollari impiegati per gli studi. La UE da sola in 5 anni ha speso 350 milioni di euro per la ricerca sul nucleare. Per finire: nel mondo ci sono 442 centrali nucleari. I reattori come quello di Cernobil sono 22. Nel solo 2004 ci sono stati 121 incidenti critici tra cui ‘misteriose’ sparizioni di uranio arricchito – che serve per produrre armi atomiche e ha tempi biblici di dimezzamento. Intanto le giovani donne il Bielorussia e Ucraina rifiutano spesso di avere figli perché hanno paura di mettere al mondo bambini malformati…. Il bel libro di Silvia Pochettino costa 5,90 euro ed è reperibile in libreria solo su richiesta. E’ edito la Liberazione in collaborazione con l’Unità.
Silvia Pochettino,Chernobyl.
Una storia nascosta
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