Christine Cristina

di Sara Sesti

 

 

Quasi contemporaneamente ad Agora, arriva nelle sale un altro film che – con mezzi economici molto più limitati – riscopre un personaggio femminile del passato per trarne insegnamenti per l’oggi.

Stefania Sandrelli debutta come regista con un'opera su Christine de Pizan (1362- 1431), colta poetessa e filosofa medioevale, di nascita veneziana, ma vissuta a Parigi, che dava la parola alle donne in anni in cui per questo si poteva finire sul rogo.

In un'intervista rilasciata mentre partecipava alla manifestazione romana per la libertà di stampa dello scorso ottobre, la neo regista spiega perchè abbia scelto proprio un personaggio sconosciuto ai più, una intellettuale, una donna molto diversa dai modelli interpretati nella sua lunga carriera.

"Perchè Christine si oppose ad ogni censura sul suo pensiero e i suoi scritti, in tempi in cui per questo si rischiava la vita. Non smise mai di esprimere le sue idee allora rivoluzionarie e blasfeme sulla dura e ingiusta condizione femminile. In un' epoca di analfabetismo diffuso e in cui ancora non esisteva la stampa, scrisse migliaia di versi, decine di libri, dalla ' Ballata delle vedove' al ' Libro della Pace' , al ' Libro dei fatti d'armi e dei cavalieri e a un poema su Giovanna d' Arco".

Christine de Pizan aveva vissuto con il padre, medico e astrologo, nella ricchezza e cultura della corte di re Carlo V di Francia. Sposata a 15 anni, a 25 anni era vedova, orfana e con tre figli, e il nuovo re, Carlo VI il pazzo, la allontanò dal palazzo, poverissima.

Il film comincia qui, quando Christine inizia la sua vita di donna che deve mantenere sé e i suoi figli, e lo fa, cosa eccezionale per l' epoca, con la scrittura.

«Christine mi piaceva nelle miniature che la ritraggono, la sua figurina eterea, vestita di azzurro, con quei copricapi a cono che noi attribuiamo alle fate, mentre scrive, o suona, o con altre dame fa il muratore per costruire la sua utopica ' Città delle dame' abitata solo da donne. Ho sentito quel legame che unisce le donne alla loro storia, mi ha incantato sapere del suo coraggio e della sua forza, mi hanno commosso i suoi versi: ' Sono solae sola voglia rimanere, sono sola, mi ha lasciato il dolce amico...».

 

 

"E' un piccolo film, con una piccola storia, anche se il personaggio è grande, anche se raccontarla consente di ricordare come la libertà di parola, delle idee, sia sempre in pericolo, anche oggi: lo fu anche per Christine, che era in odore di stregoneria per aver osato contestare la misoginia dell' epoca. Nei suoi scritti incoraggia i principi ad aiutare le vedove, e lei stessa lo era con tre figli da mantenere, condanna chi usando l' amore inganna e diffama le donne, e incoraggia le stesse ad osare, ad uscire dalla prigione della domesticità"

L e vicende di Christine (Amanda Sandrelli) continuano con un difficoltoso peregrinare per la Francia dilaniata dalle lotte tra Armagnacchi e Borgognoni. La storia è stata colorata di rosa: una casta passione per Christine da parte di Jean de Gerson ( Alessio Boni) che in realtà era un intransigente teologo che condannava a morte i sospettati di eresie. Alessandro Haber è un poeta popolare che canta nelle osterie contro il potere e che andrà al patibolo per i suoi versi.

Facendo dello scontro tra Christine e Gontier, difensore del Roman de la rose, uno degli assi portanti della storia, il film prende posizione a favore di una concezione dell’arte che non sia “vuota belluria”, ma sappia parlare in modo accessibile al pubblico e si ponga dalla parte degli umili

La figura di Christine de Pizan ha suscitato discussione tra le scrittrici femministe del ’900: per lo più considerata un’anticipatrice dell'emancipazione delle donne, è stata talvolta guardata con qualche perplessità per la sua sottolineatura e accettazione di virtù tradizionalmente attribuite al femminile.

Il film mette in luce questi temi nel pensiero di Christine e vi aderisce: per la neo-regista "la protagonista ci insegna la grazia e la pazienza, doti messe da parte, come se il femminismo si dovesse adattare a un modo di pensare maschile

Comunque, benvenuta Stefania Sandrelli- regista, che racconta la vicenda di Christine con passione e intelligenza in tempi in cui alle donne si torna a chiedere di non pensare, non dare fastidio, stare al loro posto, zitte e sorridenti.

 

8-5-2010