Educati a parte

di Paola Emilia Cicerone


 

questo articolo è apparso su mente & cervello, n.11, sett-ott 2004

E' giusto separare ragazzi e ragazze per rispettarne le differenze di sviluppo cognitivo? Il dibattito intorno alle classi single sex è acceso, e genera inedite alleanze tra progressisti e conservatori

 

Il ragionamento è semplice: se, come sembrano indicare molte recenti ricerche, il cervello ha un sesso, e uomini e donne hanno uno sviluppo cognitivo e uno stile di apprendimento differenti, non sarebbe più giusto e più efficace educarli in modi diversi? Magari ritornando alle vecchie classi separate, maschi di qua e femmine di là? Intorno a questa ipotesi negli Stati Uniti c'è da tempo una vivace polemica, che genera inedite alleanze tra conservatori - come lo stesso presidente Bush, o come l'avvocatessa Rosemary Salomone, che invoca scuole pubbliche single sex - e liberal, come Hillary Rodham Clinton o la ricercatrice femminista Carol Gilligan, per cui la separazione a scuola è <<lo strumento migliore per crescere ragazze creative e capaci di assumersi rischi>>.

Basta dire “scuola per ragazze” e la mente corre ad atmosfere del passato, a immagini di fanciulle soavi e composte, intente a ricamare o suonare il piano. Ma la realtà è ben diversa. Oggi il dibattito sulle scuole single sex (termine generico che nel mondo anglosassone indica soprattutto le scuole femminili, per distinguerle dalle co-ed che ammettono entrambi i sessi) è più acceso che mai.

Che si tratti di una questione delicata lo conferma il fatto che tra gli avversari delle scuole femminili vi sia l'American Association of University Women, la stessa organizzazione che nel 1992 aveva denunciato le scuole miste affermando che “imbrogliavano” le ragazze. Nel 1998, l'associazione ha ribaltato la propria posizione, sostenendo che non ci sono dati sufficienti per sostenere che la migliore riuscita degli studenti - maschi e femmine - delle scuole single sex derivi dal fatto di essere in classe con persone dello stesso sesso, o non piuttosto dal fatto di studiare in una scuola migliore, con classi più piccole, o di provenire da un ambiente familiare più favorevole allo studio.

Mentre altri temono che le scuole femminili diminuirebbero l'autostima delle studentesse, finendo per confermare la loro necessità di rifugiarsi in un ambiente protetto, una specie di “ghetto rosa”.

 

Miste per caso

E in Italia? Nel nostro paese le classi miste nascono negli anni cinquanta, e si affermano nella scuola dell'obbligo con la riforma scolastica del 1963. <<Oggi tendiamo a dare per scontata la scuola mista, che in realtà appare dopo una lunga storia di separatismo, retaggio della tradizione confessionale del nostro sistema scolastico>> spiega Liliana Moro, ex insegnante ed esperta di storia dell'istruzione femminile. <<La scuola occidentale è nata per i maschi. Le donne ci sono entrate senza metterne in discussione la struttura, i metodi e i contenuti. E oggi ci troviamo di fronte al paradosso di una scuola "femminilizzata", ma non pensata per le donne. Un argomento su cui riflettere, senza però rinunciare alle conquiste fatte.>>

<<Nel nostro paese la scuola mista è nata soprattutto per motivi pratici, senza una vera riflessione pedagogica>> ricorda Carmen Pontieri, direttrice del Centro Scolastico Monforte, una scuola privata milanese di ispirazione cattolica che però rappresenta uno dei pochi esempi moderni di scuola single sex in Italia. <<All'epoca ci si poneva il problema di "aprire" certe scuole alle ragazze, e di favorire un ambiente di socializzazione e conoscenza reciproca>>, prosegue Pontieri. <<Un'esigenza che, nella realtà attuale, in cui ci sono tante occasioni di incontro, sembra davvero superata, mentre restano i vantaggi di un sistema educativo che privilegi all'interno dell'ambiente scolastico la scoperta di sé. La scoperta dell'altro e il confronto possono svilupparsi in molti altri ambienti.>>

<<Ogni modello presenta vantaggi e svantaggi>>, spiega Donata Francescato, professore ordinario di psicologia di comunità all'Università <<La Sapienza>> di Roma. <<Alcuni studi mostrano che le insegnanti tendono a prestare maggiore attenzione agli allievi maschi, mentre sappiamo che le studentesse hanno un rendimento migliore fino a una certa età, ma poi hanno paura di apparire “troppo brave". Credo però che sia meglio affrontare i problemi piuttosto che evitarli limitandoci a separare i due sessi.>>

Meglio per lui

Resta il fatto che nelle scuole miste ragazzi e ragazze non sembrano rendere al meglio; le statistiche indicano che, nella maggior parte dei paesi, sono proprio i maschi a restare indietro di fronte alle compagne più precoci e più adatte al sistema di comunicazione privilegiato dalla scuola tradizionale. Un'indagine realizzata in Gran Bretagna mostra che nelle scuole single sex rendono di più gli studenti di entrambi i sessi - anche se gli stessi ricercatori ammettono che non è facile quantificare i benefici - mentre le ragazze sono più determinate e meno inclini a proseguire gli studi in settori “tradizionalmente” femminili.

I sostenitori del separatismo ritengono che rappresenti, per le ragazze, un'opportunità per esplorare serenamente discipline non tradizionalmente femminili come informatica, matematica, fisica o, perchè no, falegnameria. <<Sia maschi che femmine tendono istintivamente a scegliere comportamenti che conoscono e ritengono adeguati per il loro sesso, piuttosto che esporsi a nuove esperienze che potrebbero rivelarsi fallimentari: in questo modo, le classi miste incentivano i ruoli tradizionali scoraggiando esperienze innovative>> spiega l'insegnante islandese Margret Olafsdottir. E nelle scuole anglosassoni - in cui non si frequenta una classe, ma corsi diversi con diversi gruppi di compagni - le allieve delle scuole miste tendono a preferire i corsi in cui non rischiano di trovarsi isolate in una classe di maschi.

<<In una scuola femminile tutti i ruoli sono ricoperti da femmine>>, spiega un'insegnante. <<Ci sono le "smanettone" fanatiche di computer e le sportive, le prime della classe e le casiniste. Ma sono tutte ragazze.>> E se nelle scuole miste i ragazzi tendono ad assumere atteggiamenti da bulli, in una classe tutta maschile possono manifestare più liberamente i propri interessi. <<I ragazzi maturano più lentamente, e da questo deriva uno svantaggio nel curriculum scolastico, che può tradursi in una perdita di autostima. Mentre nelle classi miste le ragazze possono trovarsi in difficoltà di fronte alle materie scientifiche proprio per la concorrenza dei compagni>> spiega Pontieri. Jean e Geoffrey Underwood, autori di manuali di informatica per la scuola, hanno mostrato che affidando un esercizio di informatica a 31 coppie di ragazzini di otto anni, alcune miste e altre composte da solo maschi o solo femmine, sono le coppie femminili a ottenere i risultati migliori, mentre le bambine che fanno parte di una coppia mista forniscono prestazioni più scadenti, analoghe a quelle dei bambini.

Ragazzi e ragazze reagiscono diversamente anche ai fallimenti: <<le ragazze tendono alla depressione, mentre i maschi rispondono con l'aggressività>>, osserva Francescato. E secondo lo psicologo Michael Thompson, co-autore di un saggio sulla vita emozionale dei ragazzi, <<le scuole separate sono potenzialmente più vantaggiose per i maschi che per le femmine.>>

Troppe donne

Superati in bravura dalle compagne più mature dal punto di vista della comunicazione linguistica, gli adolescenti maschi vivono frustrazioni che si traducono spesso in atteggiamenti arroganti, quando non in veri e propri abbandoni scolastici. In uno studio pubblicato nel 2002 sul <<Journal of Educational Psychology>>, Marcia Gentrv mostra che i ragazzi esprimono sulla scuola un giudizio più negativo rispetto alle compagne e che le differenze aumentano con il passare degli anni. I maschi adolescenti percepiscono la scuola (mista) <<come un'istituzione largamente femminile e governata da regole femminili: stare fermi, parlare a bassa voce e non fare confusione. Così i ragazzi tendono a sminuire il valore dei successi scolastici e a considerare lo studio "roba da secchioni".>>

<<La scuola italiana è caratterizzata da una forte femminilizzazione del personale docente, e così com'è è decisamente più adatta alle femmine che ai maschi, per cui è più facile rispettare le regole e la disciplina. E’ una scuola in cui gli insuccessi provocano ferite narcisistiche che possono tradursi in una progressiva esclusione>>, spiega Gustavo Pietropolli Charmet, professore di psicologia dinamica all'Università di Milano, secondo il quale <<sarebbe necessario un radicale aggiornamento del progetto educativo e didattico.>>

In alcune materie, ragazzi e ragazze sembrano rendere meglio se si usano metodi di insegnamento diversi. Nei corsi di letteratura, per esempio, le femmine preferiscono libri basati su relazioni umane complesse, che analizzano a fondo il carattere dei personaggi, mentre i maschi vogliono storie di azione. Le ragazze, inoltre, tendono a lavorare in gruppo, e a vedere l'insegnante come un possibile alleato cui rivolgersi per avere appoggio. <<Le adolescenti hanno una capacità simbolica più sviluppata, un vocabolario più ricco e una migliore competenza relazionale dei loro coetanei, il che le rende più adatte a una scuola basata sulla parola e sull'ascolto, piuttosto che sull'imparare facendo>>, aggiunge Pietropolli Charmet. <<Anche se in realtà le capacità di apprendimento dei due sessi vanno di pari passo. Ma seguono percorsi differenti.>>

Un esperimento condotto nel 2002 in una scuola elementare pubblica di Seattle, in cui i bambini sono stati separati per sesso pur continuando a frequentare classi con lo stesso numero di allievi e con gli stessi insegnanti, indica che il rendimento delle bambine è rimasto sostanzialmente invariato, mentre quello dei maschi è sensibilmente migliorato, e gli atteggiamenti di spavalderia sono scomparsi.

Al vantaggio didattico potrebbe però corrispondere una carenza relazionale. Come vivono gli studenti degli istituti single sex i rapporti con l'altro sesso? Sappiamo che negli Stati Uniti tra le studentesse delle scuole femminili si registrano meno gravidanze indesiderate. Ma questo non vuoi dire che le ragazze non abbiano relazioni con l'altro sesso. Alcune ricerche, come quella realizzata da Neville Bruce e Katherine Sanders e pubblicata nel 2002 <<Journal of Biosocial Sciences>>, dicono invece che le ragazze delle scuole single sex hanno un numero più elevato di relazioni eterosessuali. L'assenza di gravidanze indesiderate avrebbe a che vedere con l'atteggiamento più autonomo delle ragazze. Nelle scuole americane - e non solo in quelle – la vita di gruppo ha per gli adolescenti un ruolo fondamentale, e spesso la storia con un ragazzo particolarmente conosciuto rappresenta anche uno status sociale. Per questo nelle scuole miste rompere una relazione può voler dire perdere il proprio gruppo di amici, e quindi le ragazze sono meno portate a fare scelte autonome, o a far pesare la propria volontà rispetto alle coetanee delle scuole femminili che possono comunque contare su un gruppo di pari. <<Alcune mamme temono che le figlie, uscendo da una scuola femminile, abbiano difficoltà a relazionarsi con l'altro sesso>> aggiunge  Pontieri. <<In realtà, moltissime delle nostre ex allieve sono felicemente sposate e mamme, e spesso tornano per iscrivere a scuola le figlie.>>

A ciascuno il suo

<<Il mondo scolastico è partito da un rigido separatismo per arrivare a costruire dei gruppi misti che rappresentano comunque un percorso di crescita>> sottolinea Pietropolli Charmet. <<Bisogna trovare una soluzione che faciliti il percorso di apprendimento, offrendo maggiori opportunità agli studenti maschi e comunque conservando i vantaggi derivati dall'elaborazione della diversità.>> Alcune scuole ipotizzano di tenere insieme i due sessi alle elementari e alle superiori, separandoli nella fase intermedia, quando l'esplosione dell'adolescenza accentua le differenze e rende ragazzi e ragazze più vulnerabili agli stereotipi.

<<Una separazione troppo protratta rischierebbe di portare gli studenti a idealizzare - positivamente o negativamente - l'altro sesso, mentre negli anni dell'adolescenza potrebbe forse avere un senso>>, sostiene Moro. <<Questi anni sono la fase più critica nella vita dei ragazzi, e noi abbiamo la tendenza a chiedere loro di diventare adulti troppo in fretta>>, ha dichiarato a <<Time>> Everett J. Wilson, preside di una scuola che ha adottato questo metodo di separazione parziale. Che è però più semplice da realizzare nei paesi anglosassoni, in cui gli studenti non fanno parte di un'unica classe ma seguono diversi corsi. In tre diverse scuole superiori britanniche sono stati realizzati in via sperimentale corsi di inglese separati per ragazzi e ragazze tra i 14 e i 16 anni. Risultato: mentre nella media nazionale i ragazzi ottengono voti più bassi del 17 per cento rispetto alle loro compagne, in queste scuole la differenza è stata ridotta da un preesistente 20 per cento al cinque.

<<Forse il problema nasce proprio dalla divisione in classi>>, conferma Francescato. <<Quando i ragazzi hanno la possibilità di frequentare corsi con gruppi diversi è possibile curare il rendimento senza perdere la dimensione affettiva, di socializzazione, che è particolarmente importante proprio in questa fascia di età.>>

<<Fino a oggi la nostra scuola è stata "neutra", e ha rimosso il problema del genere>>, conclude Liliana Moro. <<Forse è arrivato davvero il momento di affrontarlo.>>