Pur non essendo esplicitamente autobiografica, la scrittura intreccia personaggi, scene e sequenze dell’infanzia e dell’adolescenza algerina della Cixous, con storie e testi del suo altrove letterario e creativo, la Francia. Echi letterari e autobiografici si sovrappongono in una narrazione che si svolge in continui andirivieni tra il passato vissuto e il presente della rimemorazione che la narratrice condivide con il fratello. E con l’affiorare dei ricordi, la scrittura solleva zone di silenzio mettendo in luce, attraverso le vicende famigliari, le contraddizioni di un’epoca forse non ancora conclusa, situazioni che riassumono il senso di destini individuali e collettivi. L’Algeria stessa diventa il personaggio principale del libro, cui lega l’autrice un amore appassionato ma non corrisposto, la sofferenza del sentirsi non accettata, il senso d’esclusione, il desiderio di una relazione impossibile. Ma se le famiglie arabe, i vicini, Aicha, la domestica dai tanti bambini, non le apriranno mai la porta delle loro case, altrettanto farà l’amica francese, Françoise. Perché la storia si ripete, e anche la Francia sarà per lei un paese straniero con cui non riuscirà a identificarsi.
25 marzo 2005 |