Testo integrale dell'articolo che la rivista "Aprile" dello scorso febbraio ha pubblicato in forma ridotta IL CLONE DEL CREATORE Maria Schiavo
![]() Maddalena Sisto La legge
40 sulla procreazione assistita, con la decisione recente della Consulta
di sottoporre a referendum solo alcuni punti di essa, senza rimetterla
totalmente, come speravano in molti, al giudizio delle donne e degli uomini
di questo Paese, ha dato occasione a una nuova e forse effimera ondata
di dibattiti, che mi spingono a intervenire. Oggi la situazione è profondamente cambiata. La scienza, con le moderne biotecnologie è in grado di fare ben altro che procurare un aborto. Essa rischia oggi piuttosto di mettere al mondo "degli aborti" se si guarda alla spregiudicatezza sperimentale di una parte di essa. Ma il metodo di lotta del Partito radicale non è affatto cambiato. Lo schema è sempre lo stesso: da una parte c'è la Chiesa con i suoi pregiudizi millenari, dall'altra la Scienza con le sue meravigliose possibilità. Come se la Chiesa fosse l' unico riferimento, pur se in negativo, per sapere quale orientamento deve prendere la società futura, la vita degli esseri che nasceranno dopo di noi. O si attribuisce esagerata importanza all'opinione ecclesiastica, ( aumentandone il peso che in Italia è già notevolissimo) oppure, come è più probabile, si fa di essa un comodo paravento per non affrontare in modo aperto e leale, veramente laico, problemi etici di difficilissima soluzione. La sinistra in genere non sembra distinguersi molto dalla posizione radicale, se non che per un atteggiamento più sobrio, ed anche se cautamente, talvolta con alcune riserve, gruppi di donne, associazioni, singole donne, giornaliste, studiose, criticando la legge 40, hanno appoggiato il referendum. Il dibattito su questa brutta legge ha consentito che i punti di vista emergessero più chiaramente, ma non abbastanza, non in modo approfondito e allargato: rimane un elemento di schematismo e di confusione per cui, chi avanza oggi dubbi e perplessità sui problemi sollevati dall'applicazione delle biotecnologie rischia di essere etichettato come cattolico. E viceversa, chi non condivide la posizione della Chiesa ( in parte fatta propria per motivi di opportunismo politico dall'attuale governo nella stesura della sua legge ) sarebbe tout court un progressista ! Come se nel mondo al di là delle varie religioni e spesso al di là delle posizioni politiche, all' interno del pensiero scientifico e filosofico, all' interno di gruppi di donne, o nella libera riflessione dei singoli/e non ci fossero per fortuna posizioni laiche che si distaccano da una supina acquiescienza alle scoperte scientifiche, che non considerano affatto la loro applicazione necessaria e irreversibile. Come se non ci fossero persone che, più che di leggi sulle singole applicazioni, sentono l'esigenza di una riflessione etica sugli attuali sviluppi della scienza. Poichè
gli argomenti in ballo sono di vitale importanza è dunque urgente
che il dibattito si allarghi, si intensifichi al di là della legge
40. Quest' ultima riguarda infatti solamente, anche se in modo restrittivo
rispetto ad altri Paesi, una delle possibili applicazioni che consentono
le biotecnologie: la procreazione assistita in caso di sterilità
o di altri impedimenti. Essa rappresenta solo la tappa di un processo
in fieri della biogenetica a livello mondiale. Sarebbe opportuno che il
dibattito si allargasse sin da oggi sul rapporto scienza-società,
invece di aspettare, come purtroppo accade, il prossimo esperimento scientifico
sensazionale per riparlarne. Ora, davanti
ad affermazioni del genere ( il corsivo è mio ) si rimane
sbalorditi : ma è così che gli intellettuali italiani che
scrivono su giornali di sinistra interpretano e stravolgono i processi
storico-culturali centrati sull'egualitarismo, il lavoro politico dei
movimenti di liberazione? Quando mai si è detto che abbiamo lottato
contro la datità naturale dell'esser nati di sesso femminile piuttosto
che maschile, dell' esser nati neri piuttosto che bianchi o gialli, dell'
essere omosessuali, transessuali o altro? Noi abbiamo lottato contro la
pesante manipolazione, che la società patriarcale ha perpetrato
(e in molti luoghi continua a perpetrare) sugli esseri nati di sesso femminile,
di colore nero, di comportamenti sessuali diversi, di apparenze sessuali
incerte o miste, e così via. Che è una cosa profondamente
diversa da quanto afferma il professore di bioetica. La terribile confusione
che egli fa è purtroppo rivelatrice di un fatto che sapevamo già
ma che speravamo almeno i professori di bioetica non approvassero: la
manipolazione millenaria della natura da parte di esseri di sesso maschile
della specie umana. E' evidente che la possibilità di intervenire sul genoma ha fatto sì che si giungesse come a un bivio. Anche coloro -donne e uomini- che sono favorevoli al proseguimento di esperimenti in tal senso non possono ignorare la gravità di questa scelta. In un certo senso è come se si fosse arrivati al culmine di un processo di dominio sulla natura che per Adorno e Horkeimer era cominciato già al tempo dei Greci, per Simone Weil con la scienza moderna, con Galilei, con l'introduzione del concetto di forza come unico principio che regge il cosmo. Secondo la filosofa francese, l'umanesimo sorto nel Rinascimento e culminato nella Rivouluzione dell' 89, ha cercato di opporsi a questa concezione basata unicamente sulla forza, ma la "filosofia che ha ispirato lo spirito laico e la politica radicale si fonda contemporaneamente su questa scienza e su quest'umanesimo, che sono, come si vede, visibilmente incompatibili. Nel corso di questi ultimi secoli la contraddizione tra scienza e umanesimo è stata percepita in modo confuso, benché non si sia mai avuto il coraggio intellettuale di guardarla in faccia. Senza averla prima esposta, si è tentato di risolverla. Questa slealtà dell' intelligenza è sempre punita con l' errore." (La prima radice). Sembra oggi
che questa contraddizione sia più che mai presente e il coraggio
di guardarla veramente in faccia da parte dello spirito laico, della politica
di sinistra scarseggia. E non è un caso che essa riappaia in tutta
la sua evidenza nel momento in cui la scienza sembra arrivata al culmine
del suo processo di dominio. Il suo tentativo di sostiuirsi alla natura,
di piegarla totalmente ai suoi fini si fa sempre più pressante.
E' l'antichissimo sogno, il mito della Creazione e del Creatore
che si fa avanti con estrema evidenza in queste ultime tappe dello sviluppo
scientifico, in cui lo scienziato diventa capace di intervenire sul genoma
fino alla fabbricazione completa di esseri viventi di ogni specie. Non si tratta
di ipotesi prive di fondamento. Le applicazioni delle biotecnologie vanno
verso la sostituzione del frutto fecondato nel ventre femminile, ultima
servitù alla natura - se si esclude la morte- con il manufatto
di laboratorio, con la fabbricazione su ordinazione dell'essere vivente
umano e non. Ne parlava con molto candore nel numero del febbraio 2000
del Monde diplomatique, uno scienziato, a proposito delle
possibilità future della clonazione. Un'umanità moralmente
progredita, diceva, sarebbe quella in cui la donna potrebbe essere infine
liberata dalla condanna biblica "Tu partorirai con dolore",
e la procreazione potrebbe essere definitivamente scissa dalla sessualità. 7-03-05 |