Il corteo di Milano, la nostra prima volta

di Mariarosaria La Porta, Ilaria Moroni*


Milano, 14 gennaio 2006


Non ci aspettavamo di essere così tante a Milano quel giorno e ora è difficile raccontare l'esperienza e il vissuto che ci ha tenute legate per ore in un corteo di voci e colori diversi, che hanno saputo riprendere la parola come se non avessero mai conosciuto il silenzio.

Ci siamo unite al corteo in un viale, assolato e festoso, quasi incredule di esserci finalmente. Dopo mesi di dibattiti, incontri e confronti abbiamo voluto testimoniare col nostro corpo, con la nostra presenza, lo strappo forte che si sta consumando tra le donne e la politica negli ultimi anni, in un clima culturale che ci costringe ai margini della vita del paese per riprenderci solo come oggetti di un dibattito che dovrebbe invece vederci protagoniste.

Non eravamo lì a Milano solo per la 194 o per seguire una bandiera o per anticipare i toni di una campagna elettorale che già ai primi accenni tenta di escluderci. Eravamo lì a testimoniare ognuna la propria differenza per tentare di riprenderci uno spazio pubblico che, visto che “siamo più della metà”, ci spetta di diritto.

Ognuna di noi ha affermato la propria istanza, il proprio vissuto di donna provando comunque a coniugarlo in un comune sentire: che si trattasse della soggettività politica e di una cittadinanza ancora dolorosamente incompiuta o di un precariato che paralizza qualunque progetto di vita, abbiamo sentito che la “piazza” era in grado di contenerci.

E sicuramente altri lo hanno avvertito perché da quel giorno in poi il dibattito non si è fermato e ogni commentatore ha cercato in modo maldestro di arginare quello che è parso un fiume in piena, senza riuscire a capire che ognuna di noi a Milano è stata donna fra le donne in movimento.

Se vi state domandando cosa ci fosse di politico a Milano vi risponderemo: Tutto! La politica investe la sfera dei singoli, donne e uomini, e da sempre l’agire politico delle donne è un agire collettivo. Ma non troverete nulla di politicizzato nelle istanze singole che si sono incontrate.

Se un messaggio forte doveva passare, questo è stato... generazioni e generi a confronto, il femminismo “vecchio” e nuovo e molti uomini, per dire una sola cosa: siamo contro le ingerenze nella vita dei singoli, contro le parole sui nostri corpi, contro la morale usata arbitrariamente, contro chiunque farà finta che le condizioni di vita delle donne non riguardino la società intera.

Per ragioni anagrafiche, Milano è stata la nostra prima “piazza” ma siamo fortemente consapevoli che da qui indietro non si torna.


*Comitato Siamo più della metà

 questo articolo è apparso su Liberazione del 26 gennaio 2006