Maschi, perché uccidete le donne?


Frida Khalo

«Non è vero e non ci credo». «La nostra epoca ridà legittimità alla guerra, nella famiglia fioriscono violenza e sopraffazione». «La nostra cultura è patriarcale». Non è immediatamente facile trovare spiegazioni al dato reso noto una settimana fa dal Consiglio d'Europa: la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni, nel mondo, ma anche in Europa, è l'aggressione violenta da parte dei loro compagni di vita. Lo afferma una ricerca del neonato "Osservatorio criminologico e multidisciplinare sulla violenza di genere".



Il sesso maschile reagisce alla minaccia ai suoi poteri
di
Giorgio Cremaschi

Che la violenza fisica nell'ambito della famiglia sia la prima causa di morte delle donne nel mondo, sconvolge, ma in fondo non stupisce. Da sempre la violenza fisica è il mezzo con il quale chi pretende di comandare e non ha altri argomenti, reagisce a chi non vuole sottostare ai suoi ordini. In questi anni in tutto il mondo stiamo assistendo a due fenomeni contemporanei. La crescita della rivendicazione dei diritti e, contemporaneamente, lo sforzo sempre più netto e brutale di tutti i poteri, compreso quello maschile nella famiglia, di impedire questa crescita. Le botte sono la conseguenza di questo conflitto. Avviene anche nel mondo del lavoro. Un centro di ricerche europeo ha documentato che nella civilissima Europa sono frequenti i casi di botte dei padroni e delle gerarchie aziendali nei confronti dei sottoposti, se non fanno quello che gli viene comandato.
Ecco, il ritorno in campo delle botte a me pare un segno delle tendenze di fondo della nostra società, del bivio a cui è arrivata. Un bivio dal quale si dipartono o la crescita dei diritti e della libertà delle persone, o una regressione drammatica verso il medioevo che coinvolge tutte le relazioni, compresa quella tra uomo e donna.

A me pare dunque che queste botte non siano, purtroppo, un retaggio del passato, ma una forma di questa distorta modernità che stiamo vivendo. Chi pensava che la diffusione del mercato producesse contemporaneamente quella di diritti civili, dovrà prima o poi accorgersi di essersi sbagliato. Mercato liberista e relazioni umane fondate sulla prepotenza e la servitù, sono perfettamente compatibili e, anzi, si alimentano reciprocamente. Viviamo in una società di mercato che crea élite a cui sembra permesso tutto e masse sterminate di senza diritti. Le botte alle donne sono anch'esse, più che un retaggio del passato, la reazione alla liberazione della donna che c'è in questa cupa modernità. E' il sesso maschile che reagisce alla minaccia ai suoi poteri con la sua supremazia fisica. In un'epoca nella quale si è ridata legittimità all'uso della guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali, in cui è tornato di moda il linguaggio ottocentesco delle grandi potenze, in un'epoca nella quale si può parlare di guerre giuste e umanitarie, purtroppo non c'è da stupirsi che anche la famiglia possa diventare una sede di violenza e sopraffazione. Gli integralismi religiosi sono spesso il veicolo di questa nuova aggressione ai diritti e al corpo delle donne. Anche da noi l'integralismo cattolico pretende di ridurre la società alla famiglia, e nega così alla radice i principi della libertà, dell'uguaglianza e del conflitto. Per questo la lotta contro la sopraffazione e la violenza, di sesso, di classe, di etnia e di cultura, è diventato un elemento costitutivo della nostra epoca.

 


questo articolo è apparso su Liberazione del 6  novembre 2005