Ultimi dati Ricerca Eures
Un omicidio su 4
avviene in famiglia. il 70% delle vittime sono donne
ASSOCIAZIONE
NONDASOLA
donne insieme contro la violenza
Quasi 130 milioni
(rapporto UNICEF 2000) di donne
in tutto il mondo
vengono sottoposte alla pratica della mutilazione genitale femminile.
Circa 60 milioni di donne sono sparite dalle statistiche demografiche
perché vittime delle loro stesse famiglie, uccise deliberatamente o per
negligenza, soltanto perché di sesso femminile (rapporto UNICEF 2000)
In base a ricerche condotte
nei paesi occidentali industrializzati,
dal 20% al 30% delle donne subiscono violenza dal proprio partner o
ex-partner.
Ultimi dati Ricerca
Eures.
L'ultima ricerca
dell'Eures, relativa al 2004, dimostra che un omicidio su quattro in
Italia avviene in famiglia, tra le mura domestiche. Il 70% delle vittime
sono donne, soprattutto casalinghe, uccise quasi unicamente per ragioni
passionali o in seguito a liti e difficoltà in famiglia.
Gli omicidi in
famiglia (187 su un totale di 710 nel 2004, con una percentuale del 26,7%)
avvengono soprattutto al centro (47,6%) e al nord (38,2), mentre solo il
16% al sud. Il maggior numero di omicidi domestici avviene nel Nord Italia
(83, pari al 44,4%) contro i 64 del Sud (34,2%) ed i 40 del Centro
(21,4%).
In 7 casi su 10
la vittima è una donna e in 8 su 10 l'autore è un uomo. Il maggior numero
di omicidi domestici avviene nel nord Italia (il 44,4%) contro il 34,2 del
sud e il 21,4% del Centro. Il numero più alto di vittime si registra oltre
i 64 anni e nella fascia 35-44 anni.
Un più elevato
rischio risulta peraltro già presente tra le minori, con 16 vittime di
sesso femminile rispetto alle 8 di sesso maschile. Nell'80% dei casi a
uccidere è l'uomo, ha tra i 25 e i 44 anni (40,8%) e lo fa con la pistola
(39,5%). Una volta commesso l'omicidio nel 67,4 dei casi l'assassino si
costituisce, nel 24,1 si uccide, nel 7,5 tenta il suicidio e nell'1,1
fugge, ma nella maggior parte dei casi viene poi arrestato. Uccide per
ragioni passionali (23%), liti (23%) o disturbi psichici (12,8%).
I dati sono
contenuti nel rapporto 2005 " L'omicidio volontario in Italia" curato da
Eures ed Ansa.
In Italia
Le violenze
sessuali sono un fenomeno ancora molto sommerso: solo il 32% delle donne
che hanno subìto uno stupro negli ultimi 3 anni e solo l'1,3% di quelle
che hanno subito un tentato stupro, hanno sporto denuncia. A partire dagli
anni 80 crescono le denunce relative alle violenze di strada, ad opera di
ignoti, soprattutto nelle aree metropolitane.
(Fonte: La sicurezza dei cittadini-Molestie e violenze sessuali. ISTAT
1998.)
Regione
Emilia-Romagna
Nel 2000 nei 10
Centri Antiviolenza della Regione Emilia-Romagna sono state accolte 1380
donne di cui 1119 hanno subìto violenza.
Il 79% di tutti gli autori della violenza sono partner o ex-partner; il 7%
altri parenti; il 5% amici/conoscenti; solo il 3% sconosciuti.
Il 90% delle donne accolte e del 76% degli autori della violenza non è né
tossicodipendente né etilista né presenta disagio psichico conclamato o
handicap fisico grave.
Considerando le violenze in macrocategorie, vediamo che il 57% delle donne
accolte ha subito almeno un tipo di violenza fisica fra cui spinte,
schiaffi, pugni, calci, tentati omicidi; il 26% ha subito almeno un tipo
di violenza sessuale fra cui rapporti sessuali subiti, richieste di atti
sessuali umilianti, stupro; l'81% almeno un tipo di violenza psicologica,
fra cui umiliazioni e denigrazioni, minacce di violenza e varie forme di
limitazione della propria libertà personale; il 40% almeno un tipo di
violenza economica, fra cui abbandono economico, privazione e controllo
del salario, impedimento a cercare un lavoro e mantenerlo.
(Fonte : Giuditta Creazzo, "Mi Prendo e Mi Porto Via. Le donne che hanno
chiesto aiuto ai Centri antiviolenza in Emilia Romagna", FrancoAngeli,
Milano, 2003)
Reggio Emilia
Dal maggio 1997
al maggio 2006 , le donne che hanno contattato il centroantiviolenza "
Casa delle donne" di Reggio Emilia sono state circa 1380 .
Nello stesso
periodo sono state ospitate 94 donne con 95 bambini/e.
La quasi totalità delle donne (il 95%) ha riferito di aver subito violenze
e/o maltrattamenti, quasi sempre ad opera del partner (90%).
La maggior parte delle donne proviene dal Comune (più del 60%) o dalla
provincia di Reggio. Il 33% delle donne proviene da paesi non compresi
nell'area della Comunità Europea.
La fascia d'età più rappresentata è quella dai 30 ai 40 anni (35%), ma
molte sono le donne anche dai 20 ai 30 anni, segno forse di un più precoce
riconoscimento della violenza e di maggior consapevolezza dei propri
diritti. Le donne hanno in maggioranza una scolarità media. Le diplomate
alla scuola media superiore arrivano al 14% e quelle che hanno un'alta
scolarità sono complessivamente il 9%.
I dati sulla violenza a nostra disposizione, per altro del tutto
sovrapponibili a quelli indicati dalle ricerche nazionali, confermano che
la violenza è un fenomeno trasversale : possono esserne vittime donne di
diversa estrazione sociale, economica e culturale, italiane o immigrate;
sono coniugate, conviventi, o magari già separate.
Molte hanno un'occupazione: sono operaie, commercianti, impiegate,
insegnanti, artigiane; rilevante però è anche il numero di donne che
possono contare solo su attività precarie o lavori in nero o che sono
disoccupate, casalinghe, pensionate.
Se è vero che la violenza è un fenomeno trasversale, appare evidente come
la non autonomia economica (circa il 55% delle donne che si rivolgono a
noi non hanno un reddito sufficiente a garantire il mantenimento proprio e
dei figli) rappresenti un ostacolo fortissimo al tentativo di porre fine
ad una relazione violenta, specialmente quando la donna deve provvedere
oltre che a sé anche ai propri figli.
La violenza dichiarata è di tipo fisico (68%), psicologico (92%),
economico (42%), sessuale (18%); nella stragrande maggioranza delle
storie, ciò che la donna sperimenta è una summa di violenze agite
contemporaneamente su diversi piani, e che solo per comodità di analisi
possiamo cercare di inquadrare come di un tipo o dell'altro sulla base di
una sua soggettiva percezione di prevalenza. La violenza inizia mediamente
dopo i primi 5 anni di convivenza.
In quasi tutti i casi il maltrattamento avviene all'interno di una
relazione stabile: l'autore non è quasi mai uno sconosciuto, è il marito,
il compagno, il fidanzato, più raramente il padre o il fratello.
Lo stereotipo ancora piuttosto radicato secondo cui le situazioni di
violenza contro le donne possano essere ricondotte a problemi di forte
disagio socio-economico o psicologico non è confermato dai seguenti dati a
nostra disposizione: solo il 7% delle donne maltrattate e il 19% degli
uomini violenti presenta problemi quali alcolismo, tossicodipendenza o
disturbi psichici.
dal sito
www.nondasola.it/
05/11/2007 |