Un appello
alle donne in movimento
Possiamo dedurre che abbiamo, senza saperlo, nel tempo alimentata una forza che oggi riconosciamo. E che saremmo tenute, potremmo, impiegare. Il movimento delle donne (che, in questi anni, adesso lo sappiamo, ha 'resistito' più di quanto immaginassimo, che ha continuato in semiclandestinità un lavoro non vano, ha tenuto fede a una scommessa rischiosa), oggi uscendo alla superficie, dopo anni di occultamento non casuale (certamente non da noi voluto), sta dimostrando quella forza interna - che si potrebbe dire sta alle sue origini, ossia sta nel suo potersi nuovamente originare, nel suo essersi potuta liberamente ri-presentare. Dunque oggi
vediamo un momento collettivo che può crescere. Non trascuriamolo. E tuttavia.
Il carattere dell'attacco alla 194 è strisciante (come, d'altronde,
gran parte dei provvedimenti che vengono presi da questo governo, che
parla di sé quasi sempre come se fosse l'intero parlamento, ossia
come se promulgasse leggi, prendesse provvedimenti con l'approvazione
dell'opposizione). Così, poiché il fine ultimo non è il più evidente, ci sarebbe da domandarsi se ci troviamo davanti a un progetto di sottomissione (generale) fondato su un controllo sociale che passa per un verso attraverso la precarietà del singolo, per un altro attraverso le politiche familiari (al fine di ridurre i diritti e le libertà individuali). Abbiamo davanti due appuntamenti che riguardano la politica nelle istituzioni. Le elezioni politiche, e l'elezione del sindaco e di una nuova giunta a Milano. L'appello,
infine, è questo. Non potremmo
provare a ragionare sugli obiettivi che vorremo fossero raggiunti? non
potremmo provare ad avanzare richieste precise? E che ci diano risposte? |