Introduzione
Gabriella Mastore

Credo sia importante poter rielaborare e condividere l 'esperienza di un abuso subito all'età di sei anni da parte di tre ragazzini.
Per Francesca è stata un'esperienza silenziosa, da nascondere. Perché tanta sofferenza segreta? Nascosta, come se il silenzio cancellasse la storia e permettesse di rientrare nella "normalità ". Facciamo finta che non sia successo nulla.

E poi ? il male si diffonde nel corpo, condiziona le relazioni, reclama attenzione attraverso l'ansia, un dolore sordo sommerso, apparentemente inspiegabile con la realtà dell'oggi. E poi? Una richiesta di terapia e il mondo sommerso si fa strada attraverso parole stentate prima, per poi dare voce al racconto e poter rivivere e permettere, differentemente dal passato, l'accoglienza e il riconoscimento di quanto accaduto.

E' nell'ottica di riconoscere e comunicare il torto subito che Francesca scrive e denuncia il suo vissuto.
Molte sono le bambine abusate che si sentono responsabili e colpevoli per ciò che subiscono, diventano donne spesso confuse e faticano anche da grandi a parlare dell'esperienza del passato, come se l'accaduto fosse una loro responsabilità. Provano vergogna e senso di colpa, prima di contattare la rabbia e poi il dolore.
Francesca ne ha parlato a me, come sua terapeuta, e si è permessa di elaborare la violenza subita e oggi vuole dare voce e dire a tante di noi ciò che segue.

 


Marie Laurencin


DENUNCIA E SOLIDARIETA


Voglio denunciare oggi ciò che non ho avuto il coraggio di denunciare molti anni fa, quando avevo sei anni e mezzo, per paura, per mancanza di conoscenza o semplicemente perché mi sembrava la cosa più sicura per me; sta di fatto che non dissi a nessuno di aver subito un abuso sessuale e delle molestie. E’ stato l’errore più grande che avessi potuto fare. Ancora oggi sento la mancanza di quella giustizia che avrei potuto avere. Forse sarebbe stato più facile affrontare il trauma con il conforto delle persone care a me vicine, che sostenere tutto quel peso in solitudine.

Ed è quello che cerco oggi facendo questa denuncia: sostegno e solidarietà. La solidarietà che può riempire quel vuoto lasciato dalla mancanza di giustizia ed alleviare quel dolore che ogni tanto riaffiora insieme al ricordo che rende la vita quotidiana difficile, la convivenza con il resto del mondo conflittuale e che spegne la luce interiore come quel giorno.
Sono passati molti anni da allora e fortunatamente, grazie a un lungo lavoro di terapia, sono cambiate molte cose. Sono sempre più fiduciosa nel pensare che in un futuro sempre più prossimo il ricordo di tale episodio non produrrà più dolore e profonda tristezza.

Sarà impossibile dimenticare, ma credo sia possibile arrivare ad avere una vita “normale” ed accettabile. Sono stati utili fatica, lavoro, impegno e la sofferenza che con coraggio ho avuto bisogno di guardare e da cui mi sono lasciata attraversare.
Ora voglio usare la forza acquisita per urlare in faccia al mondo l’abuso subito. Nessuno ha il diritto di fare ad un’altra persona ciò che hanno fatto a me e che purtroppo molte persone subiscono ogni giorno. Bisogna avere il coraggio di denunciare quelle persone che ritengono altre oggetti senza valore e senza volontà.
Se potessi tornare indietro agirei sicuramente in modo diverso perché ora ho capito che per lasciarmi alle spalle l’accaduto bisogna passare attraverso la denuncia ed il riconoscimento anche da parte degli altri del torto subito.

Francesca

 

9-06-2013

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