La discussione
di Donatella Bassanesi


Nella discussione, c'è altro. Altro che rende possibile il pensiero: "Socrate (…) diceva di essere colui che aiuta a far venire al mondo il bambino. Ma ciò che realmente voleva dire (e non disse) è che era stato lui a concepirlo. Egli pensava che ci vogliono due persone per far venire alla luce un pensiero: credeva che senza comunicazione il pensiero non sia possibile" (H. Blucher, dalle note a un corso di lezioni: Perché e come si studia la filosofia cit. in: E. Young-Bruehl, Hanna Arendt: For Love of the World, New Haven, London, 1982, tr. it. Hanna Arendt 1906-1975 - per amore del mondo, Bollati Boringhieri, Torino, 1990, p. 310).

Così le discipline, le forme di indagine diverse (delle scienze, della filosofia, della letteratura …), che sono i modi o le forme del nostro raccontarci (il racconto, che è apparizione improvvisa di una frase che proviene dal silenzio ma senza fondarsi nel silenzio, lungo il quale si stabiliscono possibilità, è un rendere conto, implica un punto di vista, apre alla possibilità di senso senza essere il senso, presuppone il ricordare, che è imprecisato), mostrano persistenze ma non allungano il tempo e non pongono il presente (il tempo) in continuità con il passato e il futuro (che sono il non-tempo). Mettono in rilievo l'incidenza delle interruzioni (per essere il tempo frammento materiale, la stessa indagine storica non può che evidenziare frammenti, e periodizzazioni che interrompono l'indefinito accumulo). Segnano margini che spezzano.

Le discipline sono in un certo senso oggettive, sono fonti, pongono i termini della discussione. Determinano i soggetti che ne discutono.
Costituiscono lo sfondo, un campo enunciativo dove si sviluppa l'argomentazione (gli argomenti che sono prove, dimostrano un 'teorema'). Pongono limiti, non nascosti e tuttavia non immediatamente visibili. I limiti sono le possibilità delle discipline di formarsi. Ma i limiti rendono, rispetto all'universo dei fenomeni, frammenti che sfumano ai margini. Ed è proprio il loro carattere di frammenti a rendere possibile l'articolazione delle discipline, che è argomentazione, dimostrazione, fa le discipline dei racconti, il modo attraverso cui noi ci raccontiamo.

Poiché le continuità tematiche, le traslazioni di concetti da una disciplina ad un'altra derivano dal comune campo della materia (che permette riattivazioni, il riutilizzo, modificazioni), sono le implicazioni della materia a rendere l'inquietudine dispersiva che un enunciato (una figura frammentaria) comunica al cumulo (la matassa) in cui è immerso.
Questo significa sottolineare delle discipline l'indipendenza dal centro, è fare le differenze. E così intraprendere indagini concrete attraverso una "grammatica generativa" che si situa nel campo e nella pratica formazione degli enunciati. È vedere insiemi significanti ('pesarli'), le diversità delle cose dette, e quindi riconoscere un decentramento che non lascia privilegi a nessun centro.

Quando ci si pone ai limiti di un processo, nell'istante di irregolarità, nel punto di discontinuità - che "è contemporaneamente oggetto e strumento della ricerca; delimita il campo di cui rappresenta l'effetto; permette di individuare i vari settori, ma a sua volta la si riesce a determinare soltanto mediante un raffronto tra questi ultimi" (M. Foucault, L'archéologie du savoir, Gallimard, Paris, 1969, tr. it. L'archeologia del sapere, RCS, Milano, 1998, p. 13) - ci si pone lungo i margini della traccia provvisoria che mette in relazione, differenzia gli oggetti, lungo quella ipotesi entro i cui limiti è possibile motivare una formulazione.

Poiché il differente si fa nel differire da sé, sono le leggi di possibilità a legare tra di loro gli oggetti. Mentre il soggetto che fissa tali leggi di possibilità si pone non fuori dal suo proprio sistema linguistico, dal suo proprio mondo (il presente), ma al limite, negli spazi di differenziazione (che sono il luogo degli oggetti, e dei soggetti) dove si trova la domanda che apre il gioco, mette in gioco il soggetto, perciò appartiene al soggetto come possibilità presente, indica il tempo, lo segnala, ne mostra il limite, il suo carattere di frammento, che non può riferirsi a un centro.

Sia lo sfondo (sono i sedimenti) sia lo spazio di dispersione (determina ai margini i limiti, dove le discipline sfumano allontanandosi dal carattere statutario che le configura) costituiscono lo spazio, che è attraversato da vuoti (uno spazio bianco) che non sono contro-faccia di un assoluto (perché non c'è un universale a cui tendere).
Lo spazio vuoto è altro rispetto a ciò che è conosciuto, è altro per il quale si abbandonano credenze, si fa a meno di verità assolute. Perché ogni verità esterna all'area del discusso è "inumana", "ma non già perché potrebbe mettere gli uomini gli uni contro gli altri, o separarli. Al contrario, lo è perché potrebbe avere questo risultato, che tutti gli uomini improvvisamente si unirebbero in un'unica opinione, così che da molte opinioni una sola emergerebbe, come se non gli uomini e la loro infinita pluralità, ma l'uomo al singolare, unica specie con tutti i suoi esemplari, dovesse abitare la terra. Se ciò accadesse, il mondo, che può avere la sua forma soltanto negli interspazi fra gli uomini in tutta la loro varietà, svanirebbe nel nulla" (H. Arendt, Discorso pronunciato nel ricevere il premio Lessing nella città di Amburgo per il 1959, in: Men in Dark Times, Harcourt, Brace & World, New York, 1968).


Il presente, che è implicato nei meccanismi dell'esteriorità, per essere il luogo del farsi degli avvenimenti è il tempo.
Perciò il tempo sta nel tessuto della materialità.
Per definire campi e limiti stabilisce rapporti, per essere mosso da, ed essere motore di modificazioni, sta negli spazi dilatati dalla dispersione.
Corrispondendo a un'istanza di ripetizione tende a diventare scontato e a rendere invisibile l'esserci, che tuttavia non è immodificabile ma relativo: sono i limiti materiali, come gli statuti di vivente, specie, genere, a non essere definitivi, ma modificabili, relativi, a poter essere messi in questione (da schemi e da campi di utilizzazione diversi).


25-11-05