Un appello
dopo l’assemblea del 31 gennaio presso la Camera del lavoro di Milano

di Donatella Bassanesi

 

È una domanda, (o meglio una sfida) quella di fronte alla quale ci troviamo. È possibile dare voce al movimento delle donne (arrivare a decisioni discusse, valutando fatti e possibilità, dove non prevalga delega, accettazione del meno-peggio), costruendo un canale permanente, che ‘sfondi’ la politica diciamo così ‘istituzionale’, che metta in relazione non qualche donna ma argomenti discussi collettivamente?

Davanti ai due appuntamenti che riguardano la politica nelle istituzioni (le elezioni politiche e l’elezione del sindaco e di una nuova giunta a Milano), riconosciamo la volontà di porci attivamente.

Alcune richieste che potremmo fare.

Per la città di Milano (ma potrebbe essere un piano da affermare per le città in generale): riaprire i centri donne (nella prospettiva delle municipalità che dovrebbero essere la nuova articolazione della città). E che oggi, adesso, prima che i giochi siano fatti, le donne si pronuncino sulle competenze, i poteri che dovrebbero avere, come (e se) potrebbero essere coagulo di conoscenze riguardo al territorio, con momenti assembleari più generali.

Discutiamone. E che le ipotesi emerse vengano sostenute con le donne dei partiti della sinistra, trovando forme che le impegnino a portarle avanti, a considerarle importanti.

Per la politica nazionale:

che nel programma dell’Unione si individuino quei punti dove la nostra riflessione entri diventando analisi politica, momento strategico per azioni concrete.