L’utopia negativa del capitalismo
Nell’analisi di Michel Foucault

(a cura di Donatella Bassanesi)

Foucault nel 1973 è andato indietro nel tempo. Per mostrare di quali rovinose eredità siamo portatori, e insieme rilevare quali fili di continuità si ritrovavano fra ottocento e novecento.

Dopo trent’anni della pubblicazione di questo scritto ci accorgiamo che le denunce fatte da Foucault allora sono molto simili a quelle del nostro presente.
Perché noi, nonostante una storia passata di lotte per i diritti, oggi vediamo impotenti (indifferenti?) come quotidianamente si sfrutti clandestinamente il lavoro (che oggi è prevalentemente degli stranieri) senza riuscire a spingere con tutte le forze per arrivare al livello essenziale di diritti per tutti, al rilascio di permessi di soggiorno la mancanza dei quali è  unicamente utile a forze colluse con le mafie.

Foucault fornisce i dati di un regolamento appartenente a una istituzione, senza dire a quale istituzione appartenga. Propone di indovinare.

Sappiamo che “c’erano quattrocento persone non sposate, che dovevano alzarsi tutte le mattine alle cinque; alle cinque e cinquanta dovevano aver terminato la loro toilette, rifatto il loro letto, e bevuto il loro caffè; alle sei cominciava il lavoro obbligatorio, che finiva alle otto e un quarto di sera, con un’ora di intervallo per il pranzo. Alle otto e un quarto preghiera collettiva; il rientro nei dormitori si effettuava alle nove in punto. La domenica era un giorno speciale; l’articolo cinque del regolamento di questa istituzione diceva: ‘Vogliamo conservare lo spirito che questa giornata deve avere, vale a dire dedicarla all’espletazione del dovere religioso e al riposo.
Tuttavia, dato che la noia non tarderebbe a rendere la domenica più faticosa degli altri giorni della settimana, dovranno essere fatti vari esercizi in modo da passare questa giornata in maniera cristiana e lieta’. Al mattino: esercizi religiosi, poi esercizi di lettura e di scrittura e, infine, ricreazione nelle ultime ore del mattino; nel pomeriggio: catechismo, i vespri e passeggiata dopo le quattro, se non faceva troppo freddo.
Nel caso in cui facesse freddo, lettura in comune. (...) perché la chiesa stessa non fosse pretesto per un contatto con il mondo esterno, i servizi religiosi avevano luogo in una cappella costruita all’interno dello stabilimento”... “I pensionanti non potevano uscire che durante le passeggiate domenicali, ma sempre sotto sorveglianza del personale religioso.
Questo personale sorvegliava le passeggiate, i dormitori, e garantiva la sorveglianza e lo sfruttamento delle officine. Il personale religioso garantiva quindi non solo il controllo del lavoro e della moralità, ma anche il controllo economico. Questi pensionanti non ricevevano un salario, ma un compenso, una somma globale fissata tra 40 e 80 franchi per anno, che non era loro consegnata che nel momento in cui se ne andavano definitivamente” (M.Foucault, Poteri, saperi, strategie, Milano, Feltrinelli, 1997, pp. 151-152).

Si tratta del regolamento di un’istituzione francese attiva negli anni 1840-1845.

 

18-01-2010

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