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Relazione presentata da Palwasha Hassan,
coordinatrice dell'associazione Rights and Democracy, alla delegazione
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Gentili
Eccellenze,
l'accordo
di Bonn rappresenta una pietra miliare nella vita politica
dell'Afghanistan. E' stata la prima volta che la partecipazione delle
donne afghane alle negoziazioni di pace é stata anche solo presa in
considerazione. L'istituzione del Ministry for Women' s Affairs e la
nomina dello State Minister on Women sono meccanismi istituzionali
positivi per la creazione a livello nazionale di un contesto sensibile
alle politiche di genere.
Nel Marzo del 2003 l'Afghanistan ha sottoscritto La CEDAW, cioè la Convenzione sull'Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne., ed in questo preciso momento la nazione afghana si sta preparando alla elaborazione di una nuova costituzione alle prime elezioni democratiche nel paese. Tuttavia, dall'Accordo di Bonn alla Costituzione, é possibile interrogarsi sul grado di interiorizzazione e di appartenenza a questo processo delle persone, ed in particolare delle donne in Afghanistan. Gli afghani sono stati sottoposti ad una pressione tremenda per poter assimilare i cambiamenti e gestirli nella loro quotidianità. Una grande maggioranza delle donne vive in zone rurali del paese, dove si confrontano ogni giorno con le conseguenze di più di tre anni di siccità, con la minaccia delle mine, con la pressoché totale assenza dei più elementari servizi sanitari e con la minaccia quotidiana degli scontri armati. I bisogni e le preoccupazioni delle donne afghane sono complessi e dipendono, tra i vari fattori, dalla loro appartenenza etnica, dalla loro condizione sociale, dalla posizione geografica delle loro abitazioni. Nello stesso tempo però le donne del Nord e del Sud del paese hanno una cosa in comune che é l'insicurezza. Tutte le donne che vivono nel Sud o ad Est del paese fanno esperienza quotidianamente di una guerra continuata, e delle ripercussioni del soppresso regime dei Talebani. Le donne che vivono nelle regioni settentrionali e occidentali dell'Afghanistan vivono quotidianamente la presenza di milizie armate e dei signori della guerra, che minacciano la vita delle donne e la loro libertà di lavorare e di muoversi. Gli afghani sono disillusi dal processo politico in atto. Questo sentimento é altresi' amplificato dal fallimento della Loya Jirga nel 2001. La popolazione ha bisogno di tempo per essere veramente coinvolta appieno nei processi politici. Inoltre, per far si che questo avvenga, é necessario che si sviluppi fiducia reciproca tra la popolazione e le autorità. La cultura di dominazione maschile fondata sulla valorizzazione della castità e della integrità femminile limita un partecipazione politica aperta della donne. Come donna afghana, appartenente ad una minoranza di donne colte che hanno avuto accesso alle informazioni ed hanno avuto l'opportunità di lavorare ed entrare in contatto con le organizzazioni di base delle donne afghane, mi sento privilegiata di poter parlare con voi delle preoccupazioni, delle paure e dei bisogni delle donne afghane. Le questioni e le raccomandazioni che farò emergere si fondano su discussioni e scambi avuti con i gruppi per la promozione dei diritti delle donne afghane nell'ambito dei processi politici:
Necessità
di aumentare la sicurezza
Una donna
della città di Herat mi ha detto: "fino a quando ci saranno banditi
armati in giro nessuna persona imparziale e schierata a difesa della
pace potrà presentarsi alle elezioni. E la cosa peggiore é che nessuno
potrà neppure votare per una persona meritevole o per un leader". (HRRAC)
La
sicurezza é il prerequisito per il coinvolgimento di donne e uomini nei
processi politici. In Afghanistan, con il clima politico attuale, solo
l'istituzione di un sistema di sicurezza appropriato determinerà la
partecipazione o meno delle donne alla Loya Jirga ed agli altri processi
politici.
Conflitti continui lungo le zone di confine con il Pakistan, abusi sessuali, attacchi delle fazioni combattenti contro i civili, bombardamenti, mine, prostituzione forzata ed editti discriminatori nei confronti di donne e bambine ad Herat, come altrove, continuano a minacciare la libertà di movimento delle donne, la loro libertà di associazione e di espressione. Le donne non si sentono sicure nella loro quotidianità, e questo riguarda tutte le donne, le donne nel governo, nelle scuole... e così via. Scuole incendiate nella provincia di Logar, le minacce Talebane nei confronti delle donne che lavorano presso organizzazioni internazionali e gli abusi dei signori della guerra nell'ambito di autorità ufficiali o non ufficiali nel Nord e nell'Ovest del paese - ebbene queste sono alcuni dei numerosi fattori che fungono da deterrente alle emergenti opportunità per le donne. Permettetemi di entrare nel merito del caso specifico di una donna, rappresentante di MOWA nella provincia di Logar, che é stata sottoposta a minacce a causa del suo ruolo all'interno del Ministero per le Donne:
"...
cominciarono a girare voci a Kabul sullo stupro di gruppo di una
rappresentante di MOWA e di altre tre espatriate, che sono state
stuprate da più uomini e poi fatte a pezzi. Il caso é stato seguito sia
dalle Nazioni Unite sia dall'autorità di governo. Non c'é stata conferma
del ritrovamento, tuttavia pochi giorni dopo l'autorità di Logar ha
inviato un messaggio di conferma che minacce di morte erano state fatte
a rappresentanti di MOWA da parte di Hizb-e-Islamo e dei Talebani".
Vorrei
inoltre riportare due casi che dimostrano i livelli di impunità e
corruzione che regnano in Afghanistan, come conseguenza dell'aver posto
abusatori di diritti umani e signori della guerra in posizioni di
potere:
"Questa é
la storia di una ragazza di 20 anni a Faizabad. Il comandante locale si
é fatto insistente nell'obbligare la donna e la sua famiglia ad
accettare le sue proposte di matrimonio. Egli ha minacciato di uccidere
il padre della ragazza, ed infine ha fatto in modo che un suo amico
nell' Istituto Giudiziario incriminasse la ragazza per un crimine che
non ha mai commesso. Sulla base della posizione ufficiale del
comandante, e della sua influenza, la ragazza ha ritenuto che non
avrebbe avuto alcuna possibilità di essere giudicata da un tribunale
onesto ed imparziale, e quindi ha deciso di fuggire e lasciare la
provincia. Ancora oggi non sappiamo se lei é salva nella sua casa o se é
rifugiata altrove."
La
seconda storia riguarda una giovane donna di Badakhshan che voleva
diventare un'insegnante.
"La
ragazza fece domanda per una posizione di insegnante, e le fu chiesto
dalla persona in carica presso il Ministero dell'Educazione di fornirgli
dei favori sessuali. Quando lei denunciò alla polizia il fatto, le fu
chiesto di aiutare la polizia ad arrestarlo, essendo presente al momento
dell'arresto. Dopo l'arresto l'uomo fu inviato a Kabul dove, grazie alle
sue conoscenze politiche non fu sottoposto a giudizio e fu scarcerato.
Ancora oggi la vita di questa ragazza é quotidianamente minacciata dagli
amici dell'uomo".
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La
Costituzione
"La nuova
costituzione ci garantirà uguaglianza di diritti". Questa é la speranza
di tutte le giovani donne che vengono a scuola di alfabetizzazione
presso l' ECW, una associazione di donne in uno dei 12 distretti di
Kabul. Le donne afghane sono piene di speranza e sognano pace, sicurezza
e sviluppo per se stesse, per i loro figli e le loro famiglie. Per fare
in modo che questo si realizzi é necessario che:
la nuova
costituzione sia la legge suprema del paese e che venga istituita una
corte costituzionale con il potere giudiziario di recensione. Questa
corte dovrebbe avere il potere di garantire sicurezza e rispetto dei più
basilari diritti fondamentali. Il principio di soluzione pubblica
dovrebbe essere attuato in contesti di interesse generale. Le decisioni
della corte dovrebbero essere vincolanti per tutte le autorità dello
Stato.
la nuova costituzione sia basata sul riconoscimento dei diritti umani, sull'uguaglianza di fronte alla legge, senza distinzione di genere, classe, appartenenza etnica, lingua... per promuovere la totale partecipazione delle donne nella vita economica e sociale il principio dell'affirmative action dovrebbe essere integrato nella nuova costituzione, richiedendo al governo di adottare misure concrete per assicurare uguali opportunità a donne e uomini La Costituzione Loya Jirga (Clj)
La Loya
Jirga é la più significativa arena per promuovere partecipazione
politica e rappresentanza democratica in Afghanistan. Offre una
opportunità fondamentale affinché la voce delle donne sia udita nei
processi decisionali. Mentre i rappresentanti di UNAMA e ATA hanno
assicurato il loro supporto per una partecipazione equa delle donne a
questi processi, le loro dichiarazioni si riducono a pura retorica se
non sono seguite da misure concrete che assicurino alle donne gli
strumenti pratici per una partecipazione equa e totale.
La Forza delle Nazioni Unite per la Sicurezza Internazionale e l'Assistenza (ISAF) deve assumersi la responsabilità della sicurezza nelle province, così come a Kabul durante tutta la durata della Clj. Il personale per la sicurezza deve essere sensibile alle questioni culturali e di genere in modo da poter gestire rimostranze e lamentele. Deve essere garantita la presenza di osservatori internazionali imparziali/indipendenti, che abbiano esperienza in questioni che riguardano i diritti umani, le questioni di genere e la partecipazione politica, in modo che sia garantito un giusto ed equo contributo di tutti i partecipanti. E' fondamentale che vengano facilitati gli spostamenti per le donne dirette alla Clj, ed il loro ingresso alla Clj. Dovrebbero essere fornite possibilità di alloggio per sole donne, sia per le delegate della Clj sia per quante sono presenti come osservatrici. Gli alloggi devono essere sottoposti a controlli di sicurezza 24 ore al giorno. Le donne partecipanti alla Clj devono poter disporre di un luogo privato e sicuro per le riunioni, vicino alla sala principale, per discutere privatamente questioni specifiche e organizzare strategie. Le Elezioni del 2004
Perché la
partecipazione delle donne nel processo elettorale sia assicurata é
necessario che prenda piede una sostanziale educazione e mobilitazione,
al fine di convincere le comunità della rilevanza e dell'importanza di
questi processi per le loro vite.
Un uomo a
Faizabad ha detto: "Si, le donne dovrebbero partecipare ai processi
decisionali, ma non mia moglie;" Una donna a Panjao ha detto:"Gli uomini
non ci passano nessuna informazione perché siamo analfabete; ci dicono
che non ne capiamo niente". (HRRAC)
Non
dovrebbe essere dimenticato che per molti afghani, in particolare per
coloro che vivono nelle zone rurali in cui l'accesso alle informazioni é
minore, questi processi politici sono secondari rispetto alla loro
quotidianità. Gli afghani in generale hanno piccole possibilità di
accesso alle informazioni dal momento che la maggior parte dei
documenti prodotti a livello politico é in inglese.
![]() Riforme del sistema giuridico
Costumi e
tradizione sono i fattori che continuano a guidare le vite di milioni di
afghani che vivono nelle province e nelle zone rurali. Questi costumi
sono utilizzati per risolvere dispute matrimoniali e questioni
quotidiane di divisione del potere all'interno della famiglia, tutte a
favore degli uomini. Molti aspetti della tradizione violano i diritti
delle donne, come l'usanza di stabilire un "presso della sposa", come la
pratica nota con il nome di bad ( per la quale le donne sono date in
cambio a seguito di un atto criminale perpetrato da un maschio nella
famiglia ), come il matrimonio in età ancora infantile. Le donne
continuano ad essere condannate se si muovono contrariamente a queste
norme sociali (matrimonio forzato, fuga da mariti violenti e
abusivi...) sia dalla propria famiglia, sia dalle autorità. Le giovani
donne che ho incontrato in una prigione a Herat mi hanno raccontato
storie di matrimoni forzati, deportazioni e punizioni.
"Una
giovane donna afghana detenuta nella prigione di Herat era scappata da
un matrimonio forzato con un uomo cieco dell'età di suo padre. Lei si
rifugiò in un centro religioso di accoglienza in Iran, con la nuora del
vecchio marito cieco, la quale era stata anch'essa costretta a sposare
il figlio dell'uomo. Scappando da casa senza alcun documento legale di
identità, questa ragazza fu riportata indietro dall'Iran in Afghanistan.
In custodia delle autorità di Herat, dopo aver atteso in prigione per
molto tempo, fu sentenziata, senza essere sottoposta a giudizio, con una
condanna di 4 anni di detenzione per essere fuggita da casa ed aver
facilitato la fuga di un'altra donna. "
A seguire
elenchiamo le raccomandazioni, di cui tenere conto per una riforma
giudiziaria in Afghanistan:
Tutti i
codici familiari esistenti o proposti dovrebbero essere riformati
tenendo conto di una prospettiva di genere
Tribunali familiari dovrebbero essere istituiti in tutte le zone del paese L'accesso delle donne a questi tribunali dovrebbe essere facilitato e stimolato tramite la presenza di personale legale qualificato (giudici e avvocati) Un supporto costituzionale dovrebbe essere garantito per abolire e scardinare tutte quelle pratiche tradizionali che violano i diritti delle donne. Traduzione dall'inglese di Giulia Franchi
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