DRAQUILA

di Lietta Tornabuoni

 

 


Il titolo DRAQUILA e' una parola inventata, composta da Dracula e L'Aquila per indicare qualcosa di opposto a quanto sostenuto da quasi tutti i media italiani: ossia che gli interventi governativi durante il primo periodo seguito al terremoto abruzzese sono stati anche azioni da vampiro.

Il terzo documentario
di Sabina Guzzanti dopo Viva Zapatero! e Le ragioni dell'aragosta non offre grandi rivelazioni ma sostiene con sintetica chiarezza e grande efficacia tre proprie convinzioni: per Berlusconi, il terremoto e' stata un'occasione irripetibile per riprendersi da una situazione personale spinosa.

Piu' che in altri casi, la Protezione civile e i «poteri speciali all'uomo speciale» Guido Bertolaso hanno dimostrato di essere il braccio operativo del presidente del Consiglio; i cittadini aquilani non son mai stati consultati sul destino proprio e della propria citta' e ancora oggi patiscono.

Lo stile documentario (interviste, immagini ironiche, paesaggi devastati, ricostruzioni della sciagura) e' assai maturato, s'e' fatto piu' professionale senza privarsi dello spirito critico ne' dello slancio. Alcuni momenti (le luci rimaste accese nel centro della citta' fantasma dalla notte del 5 aprile 2009, i cumuli di macerie che aprono e chiudono il film, lo smarrimento disperato delle persone) sono profondamente toccanti.

Un equilibrio e' salvaguardato: parlano terremotati riconoscenti prodighi di lodi per Berlusconi, e terremotati esasperati che sfilano con gli striscioni «Vergogna».

Sono molti i dettagli inediti e significativi.


George Clooney e Carla Bruni in visita al disastro.

La dichiarazione scritta che i destinatari delle casette di legno hanno dovuto firmare, impegno a riconsegnare la fornitura domestica in buono stato e a non piantare neppure un chiodo sulle pareti.

La proibizione agli attendati di bere alcol, caffe' e persino Coca Cola, il divieto di assemblea pubblica nelle tendopoli, l'ingresso vietato in certi campi profughi.

L'ammissione a cerimonie o visite ufficiali soltanto ai giornalisti autorizzati dalla presidenza del Consiglio.

Tra i Grandi Eventi costosi compresi nei poteri della Protezione civile, piccoli fatti come la celebrazione di san Giovanni da Copertino.

Le parole dure («E' una dittatura della merda»).

Il terremoto previsto, prevedibile.

I terremotati con la maglietta gialla dalla scritta «Abruzzesi forti e gentili».

 

 

da La Stampa del 18-5-10