Sentimenti e desideri femminili
in due bei film diretti da Sofia Coppola e da Jane Campion

Lost in translation

Il titolo fa pensare al rimpianto per qualche cosa che si perde durante la 'traduzione' (dei nostri sentimenti?). Il senso di smarrimento si riferisce anche alla situazione particolare dei due protagonisti, Bob (Bill Murray) e Charlotte (Scarlett Johansson), due americani a Tokio, una città che fa sentire 'perduto' qualsiasi turista. Bob e Charlotte non sono turisti. Lui è una star del cinema ultracinquantenne ed in declino, che ha accettato, per soldi, di andare a Tokio per girare una pubblicità di una marca di whisky giapponese. Lei è poco più che ventenne, ed è a Tokio assieme al marito, un giovane fotografo di moda. In realtà è sempre sola, il marito le preferisce di gran lunga il lavoro, in un grandissmo hotel extra-lusso che sembra sospeso sopra la città. Anche Bob è alloggiato in quell'albergo- il Park Hayatt- una costruzione di oltre sessanta piani. E poiché entrambi soffrono di insonnia, finiscono per fare amicizia. Un'amicizia sorprendente tra due persone che nonostante la grandissima differenza di età scoprono delle affinità nella loro fragilità, nel loro smarrimento. La complicità nel tedio li unisce, con appena una sfumatura sentimentale, poi si separano. Il finale sembra rimanere aperto per una frase inintellegibile allo spettatore che Bob sussurra all'orecchio di Charlotte nel momento dell'addio... Il film è molto riuscito e Sofia Coppola, trentaduenne figlia d'arte già autrice nel 1999 di "Il giardino delle vergini suicide" vince la sua sfida come regista e autrice.

In the cut

Diretta dalla grande regista neozelandese Jane Campion, premio Oscar per il film Lezioni di piano, la protagonista mette a nudo la propria anima in un thriller ad alta tensione che indaga sul desiderio femminile e il suo lato oscuro. Frannie Avery (Meg Ryan) è un'insegnante di letteratura sola e piuttosto depressa, costretta ad uscire dal guscio in seguito all'incontro con il detective della squadra omicidi James Malloy (Mark Ruffalo), che sta investigando sul brutale assassino di una giovane donna, vicina di casa di Frannie. Il macho Malloy sta seguendo una traccia, che lo porta dritto nella casa di Frannie. La quale si lascia travolgere dalla passione, fino a che non comincia a sospettarlo di essere il vero omicida. Una coppia socialmente e culturalmente squilibrata, ma non stereotipata. Una tragica New York, disperata e incerta, ripresa con la telecamera a mano in modo straordinario. Il film è tratto dal libro di Susanna Moore "Dentro" ed è prodotto da Nicole Kidman.