Signorinaeffe

di Sara Sesti



In origine il film doveva intitolarsi Signorina Fiat, poi la regista Wilma Labate ha preferito un titolo più allusivo.

È il settembre 1980, la Fiat annuncia che licenzierà quindicimila addetti. Ha inizio un lungo durissimo sciopero che cambierà molte cose, tra cui la vita di Emma Martano (Valeria Solarino), giovane di famiglia operaia, che potrebbe avere davanti a sé un ottimo futuro.

Laureanda in matematica, Emma infatti ha già un impiego nel settore informatico della Fiat ed è in procinto di sposare Silvio (Fabrizio Gifuni), collega ingegnere, dirigente e vedovo con una figlia. L'incontro-scontro con Sergio (Filippo Timi), un operaio dalla testa calda, impegnato nella lotta sindacale, le farà scoprire l'orgoglio per le proprie radici e l'amore come passione. Molte delle sue scelte verranno messe in discussione proprio durante i 35 giorni della protesta operaia, che si chiuderà con la marcia dei quaranta mila "colletti bianchi".

In questo pezzo di storia italiana, i due protagonisti rappresentano le parti che la Fiat voleva mettere l'una contro l'altra: Emma ai piani amministrativi, Sergio in prima linea nelle officine. La giovane comprometterà tutti i rapporti per Sergio, ma dopo la sconfitta del Movimento lui la lascerà andare verso un futuro che spera per lei migliore.

Malgrado gli elogi ottenuti al Torino Festival 07, il film lascia qualche dubbio. I momenti più vivi sono quelli affidati ai filmati d'epoca che ricostruiscono un'Italia al bivio, sulle barricate e che danno la misura del dramma sociale che si andava vivendo: lo storico comizio in sostegno alle lotte operaie di Enrico Berlinguer davanti a Mirafiori; l'assemblea dei segretari dei sindacati confederali, Lama, Carniti e Benvenuto, in cui si cerca di far digerire agli operai l'accordo con la Fiat e il concetto di flessibilità; infine la marcia di capi, impiegati e quadri (la "maggioranza silenziosa") che reclamano, per la prima volta dal '68, il diritto di tornare al lavoro. Fanno capolino i giovani Ferrara, Fassino e Montezemolo.

La regista Wilma Labate ha spesso affrontato, nei suoi lavori, temi scomodi e di forte impatto sociale. Nel 1992 ha realizzato il suo primo lungometraggio, Ambrogio. Nel 1996 ha girato La mia generazione; nel 1997 Lavorare stanca, mentre l'anno successivo ha firmato un episodio del film Gli ultimi della classe. Nel 2000 ha realizzato Domenica. Insieme ad altri registi ha preso parte al film corale Lettere dalla Palestina, presentato al Festival di Berlino nel 2003; dello stesso anno è Maledetta mia. Più recentemente, ha preso parte come attrice a Fuori fuoco e nello stesso periodo (2005) ha scritto insieme a Fausto Bertinotti il libro Il ragazzo con la maglietta a strisce, autobiografia del leader di Rifondazione Comunista.

 

18- 01- 08

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