La famiglia omogenitoriale in Europa

Diritti di cittadinanza e libera circolazione

a cura di Maria Gigliola Toniollo e Alexander Schuster


In Italia non esiste uno strumento giuridico per riconoscere il genitore non biologico. Il 26 marzo la Commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato il testo base del ddl Cirinnà “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze” che ha come punti qualificanti la reversibilità della pensione e la possibilità di adozione del figlio del partner. L’11 maggio scade il termine per la presentazione degli emendamenti. La discussione in aula si prevede molto complessa. Alla vigilia di questo importante appuntamento parlamentare, il 6 maggio esce in libreria un libro che fa il punto sullo stato dei diritti delle rainbow family in Italia e in Europa. Un vero e proprio testo pilota che analizza la dimensione giuridica delle famiglie omoparentali all’interno della UE.

Il riconoscimento del genitore sociale sarebbe una tutela per i figli prima ancora di essere un diritto individuale degli adulti

Il volume curato da Maria Gigliola Toniollo, Responsabile del Settore Nuovi Diritti della Cgil nazionale, e Alexander Schuster, dottore di ricerca all’Università di Strasburgo, è parte del progetto Rights on the move- Rainwbow families in Europe e analizza la dimensione giuridica delle famiglie omoparentali all’interno della UE e le difficoltà che queste incontrano nello spostarsi da uno Stato all’altro, dato che il riconoscimento di status familiare, l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita, l’adozione e la tutela giuridica di figli e figlie variano in maniera rilevante all’interno dell’Unione. Il libro propone quindi un’analisi delle fonti del diritto discriminatorio nella UE e degli strumenti di soft law, dei principi di Yogyakarta, della sicurezza sociale e della tutela del lavoro nei vari Stati, delle nuove policy aziendali, soffermandosi sul ruolo delle organizzazioni sindacali nazionali ed europee con i diversi livelli di contrattazione.

Mentre la famiglia si sviluppa in una geometria rigorosa, ma eclettica e vive in un mondo che cambia di giorno in giorno, la legge di alcuni Paesi, tra i quali il nostro, resta abbarbicata su posizioni arcaiche, cosicché per il legislatore esiste soltanto un tipo di famiglia. L’Italia è nelle ultime posizioni in Europa nel riconoscimento dei diritti civili per gay, lesbiche e trans. E secondo l’Agenzia per i diritti fondamentali dell’UE è uno dei Paesi a più alto rischio omofobico e transfobico. Per questo il tema della omogenitorialità rappresenta una sfida notevole che porta a rinnovamento la realtà familiare nel nostro Paese.

Le associazioni di interesse, la Cgil e il mondo civile si sono da sempre battuti per la parità di accesso ai diritti per tutte le persone lgbtiq. Parità che si realizzerebbe solo con l’approvazione del matrimonio egualitario, già riconosciuto in tanti Stati. È possibile tuttavia considerare il ddl Cirinnà come un primo passo verso le necessità delle famiglie composte da persone dello stesso sesso e soprattutto verso i loro figli e le loro figlie. Se gli articoli qualificanti del ddl venissero cancellati durante l’esame parlamentare, ci troveremmo alle prese con un provvedimento legislativo da respingere, vuoto, inutile e offensivo verso il grande impegno che ha caratterizzato le battaglie di civiltà di questi anni.

Alla stesura del libro, che si apre con le testimonianze delle più importanti associazioni di interesse nel nostro Paese e in Europa, hanno collaborato, tutti senza compenso, giuristi del lavoro, accademici, esperti di previdenza e responsabili di importanti settori della Cgil.

Sino a quando non si produrrà un severo, civile cambiamento nei fatti della convivenza, nel nostro ordinamento il legame familiare di gay, lesbiche e trans resterà costantemente negato, anzi considerato “non esistente”.


Maria Gigliola Toniollo e Alexander Schuster (a cura di)
La famiglia omogenitoriale in Europa

Ediesse edizioni, 2015
Pagine 432, € 18,00



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