Donne
e scienza
dietro le quinte un dibattito molto vivace
di Valeria Fieramonte

Jennie Augusta Browscombe
Negli ultimi
mesi il dibattito sulla crescente presenza delle donne nei campi scientifici
è stato particolarmente intenso: in numerosi convegni, a Roma in
aprile, a Berkeley (S. Francisco) in maggio, a Heidelberg in giugno si
è tentato di riflettere sui cambiamenti in corso. ( Il convegno
di luglio a Copenaghen ha invece riguardato l'argomento più generale
della 'globalizzazione' ).
Può essere interessante mettere a fuoco la riflessione almeno sui
principali dati statistici: questi dicono che, nel mondo occidentale,
o almeno, negli USA e in Europa, il numero delle donne che negli ultimi
anni si è laureato in materie scientifiche è superiore al
numero degli uomini, ma che è nettamente inferiore la percentuale
di donne impiegate davvero in lavori di tipo scientifico. Rosella Palomba,
sociologa al CNR, segnala ad esempio che su una popolazione di laureate
superiore al 50%, negli enti pubblici che si occupano di ricerca, i nuovi
assunti sono per il 63% uomini e solo per il 37% donne.
In Italia, la forza lavoro femminile in tutti i campi, anche non scientifici,
si attesta però su una percentuale del 32%, contro il 42% della
media europea ( dati ONU 97/98). Entrambe le medie risultano in ogni caso
più basse che nel secolo scorso, quando la forza lavoro femminile
superava il 50% - a causa del lavoro contadino.
Al convegno di Berkeley, organizzato dal 'Center for Studies in Higher
Education', cioè dal Centro di Studi Universitari, con il titolo:
' Carriere di donne nella scienza: istanze di potere e controllo', è
stato possibile avere un quadro sia pure generale dei dati americani,
grazie a Joyce Tang ( Queens College, CUNY, New York, vedi grafico).
Si può notare che nel '97 la percentuale di laureate nei 'campi
scientifici' ( ingegneria, fisica, scienze della terra, matematica, computer
science, biologia, psicologia e scienze sociali ) è stata del 55,2%.
La linea di tendenza è comunque ventennale, risale ai primi anni
'80, - ma se si osserva il grafico sulle donne realmente poi impiegate
nel campo della ricerca e del lavoro scientifico, si vede che la percentuale
cala al 22,8% . Più bassa che in Italia, tuttavia negli USA il
numero di donne che lavora, e in posizioni di responsabilità, è
molto più elevato che da noi, dove le donne in ruoli dirigenti
sono poco più di un misero 5%, dato che ci mette alla pari con
l'Iran.
Il grosso delle laureate si concentra in campi come la psicologia e le
scienze sociali, con una forte presenza anche nelle scienze biologiche.
Il convegno in Germania era dedicato appunto a una riflessione specifica
sulla condizione delle donne che lavorano in questo settore.
Per le scienze considerate 'il nocciolo duro', fisica e ingegneria, alla
voce 'ingegneria' , il campo più maschile in assoluto, si può
notare che le laureate sono il 17,9%, mentre solo il 9,1% di donne trova
lavoro in questo settore.
Ancora non sono disponibili i dati relativi alla intera Comunità
Europea. La sociologa Judith Glover ( Università del Surrey, Londra
) è stata incaricata dalla Comunità di fare uno studio dettagliato,
nazione per nazione. Ma già si sa che seguono la tendenza generale
e c'è chi, scherzosamente, come la svedese Christine Wenneras (
Goteborg, Sahlgrenska University Hospital ), dice che ci si potrebbe comunque
accontentare, se non proprio di una stanza o di un laboratorio, almeno
di una 'sedia tutta per sè', perchè continuano ad essercene
ostinatamente poche.
Come sottolinea Judith Glover: ' Le donne non sembrano comunque fare una
vera resistenza alle barriere che tendono a escluderle. Tentano solo di
essere considerate abbastanza brave da farsi accettare dalle controparti
maschili, e credono fermamente che, se fanno un buon lavoro, questo sarà
premiato, mentre se ciò non avviene è solo perchè
il loro lavoro non è abbastanza buono.'
Ad accorgersi che non è così' sono in genere le ricercatrici
più anziane. Al prestigioso MIT di Boston uno studio sulle carriere
femminili ha confermato che la marginalizzazione aumenta con l'età,
nonostante le donne più anziane siano più libere da impegni
familiari, e che non è dovuta a giudizi di qualità sul lavoro
quanto piuttosto a meccanismi lobbistici di esclusione ( la famigerata
e sempre all'opera rete dei vecchi ragazzi, o old boy network).
' Specie per quanto riguarda la 'big science' - conclude la Glover - le
donne per ora sono state incluse in modo contingente ai livelli più
bassi. Le poche che sono riuscite ad entrare nei circoli maschili più
esclusivi fanno parte a sè, vuoi per il sentimento prevalente di
gratitudine vuoi perchè questa è la regola sottintesa.'
Una ricercatrice italiana, Giovanna Gabetta, ingegnere, ha tentato di
approfondire lo sguardo su motivazioni e comportamenti femminili circa
l'ottenimento di un maggiore controllo e potere sul lavoro, attraverso
un'inchiesta durata un anno e mezzo, durante la quale sono state raccolte
le risposte di 127 donne che lavorano in 17 diversi paesi, in un libro
di prossima pubblicazione dal titolo ' Beauty and the Beast'.
L'analisi dei dati permette di vedere che poche tra di loro possono essere
considerate manager di successo, dal momento che l'85% del campione ha
meno di dieci dipendenti o non ne ha affatto. Alla domanda: 'E' importante
per voi avere più potere?' il 24% ha risposto di sì, un
altro 24% ha risposto di no, sia pure in modo articolato come la giovane
donna che dice - ' con i figli piccoli e la madre anziana ho già
abbastanza responsabilità, grazie!' - e la maggioranza, cioè
il 30%, dichiara di ritenersi soddisfatta dei risultati raggiunti e di
non desiderare più potere.
Anche le relazioni coi capi risultano essere, nel complesso, piuttosto
buone ( vedi tabella).
' Nelle aziende - sottolinea però Giovanna Gabetta, - alle donne
è chiesto di dimenticare i loro valori e la loro cultura e di adeguarsi
a un ruolo che è completamente modellato sulle esigenze maschili,
perciò non c'è da stupirsi che non desiderino avere più
potere'.
Biblilografia
Rossella
Palomba - 'Figlie di Minerva', editore Franco Angeli. La Palomba
ha collaborato anche al rapporto ETAN ( European Technology Assesment
Network), disponibile sul sito:
www.cordis.lu
Judith Glover - 'Women & scientific employment' - MacMillan
Press LTD ( UK ), oppure St. Martin Press Inc. ( USA ).
Sheila Tobias - ' Come vincere la paura della matematica', Longanesi.
Naomi Neft e Ann. D. Levine - 'Where women stand' - Rapporto Internazionale
sullo Stato delle Donne in 140 paesi, 1997/98, Random House.
Per invogliare le giovani donne che vogliano lavorare in ambito scientifico,
segnaliamo due siti internet: www.mentornet.com
e
www.swe.org ( quest'ultimo della Society of Women Engineers e
Hewlett Packard.).
L'articolo è stato pubblicato nel settembre 2001 sulla rivista
"Le Scienze"
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