Elogio di Filomena

di Imma Barbarossa


Bianca Maria Neri

 

La donna violentata, rapinata e uccisa nella stazione di Taranto si chiamava Filomena e aveva 42 anni.

L’ho conosciuta e frequentata nella sezione femminile del carcere di Bari circa 10 anni fa, quando ero consigliera comunale a Bari e, in quanto presidente della Commissione Pari Opportunità, avevo attivato un programma di attività teatrali in carcere. Voleva recitare e cantare, raccontava la sua vita; era tossicodipendente e si prostituiva, come molte detenute quando non sono dentro per favoreggiamento nei confronti dei “loro” uomini dei clan. Diceva di avere dei parenti, ma di non aver voglia di frequentarli perché si vergognavano della sua vita “scostumata”.

Quando usciva dal carcere dormiva nella sala d’attesa della stazione; ogni volta che mi vedeva arrivare o partire mi baciava e abbracciava sollevandosi dai suoi cenci e suscitando la curiosità dei tanti viaggiatori “normali” che mi conoscevano.

Era amica delle donne vigili che - mi dicevano - quando faceva molto freddo erano tentate di portarla in carcere con qualche pretesto per farla stare al caldo. Una volta fu scarcerata la vigilia di Natale: piangeva, voleva tornare dentro perché non aveva nessuno.
Ricordo la luce nei suoi occhi quando l’ammettemmo a recitare e cantare, nonostante la sua voce impastata.
Ricordo come si attaccò a Ersilia Salvato che - da vicepresidente del Senato - venne a vedere lo spettacolo delle detenute nel carcere di Bari.

Non la vedevo da tanto; oggi so perché: si era “trasferita” nella stazione di Taranto.
Un ferroviere in televisione ha detto: era una ragazza normale, non dava fastidio a nessuno.
L’uomo che l’ha uccisa voleva i suoi cinque euro e il suo telefonino. L’ha anche violentata.
Era ferita ma non l’hanno trovata subito, era una homeless, nessuno ha sentito la sua mancanza. Così è morta nell’ospedale di Taranto.

Ma io voglio qui tessere l’elogio di Filomena, della sua caparbietà, della sua vita scostumata e innocente. Un elogio, non un necrologio.

 

 

da Liberazione del 20 gennaio 2010

 

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